Ferie 2022 Francia e Spagna
( devo aggiungere qualche foto ..)
Venerdì 5 agosto
In camper, con i due cani, Bourbon di 11 anni e Brandy di due mesi e mezzo. Partenza alle 18.30, verso Torino una scarsissima pioggerella.
All' area di servizio di Ulzio ci fermiamo per la cena, preparata dalla cuoca di bordo, cena sontuosa per i cani, riso bollito di ieri per noi. Ripartiamo per Brianzoni, strade deserte, arriviamo alle 11.20, piovviggina.
Nell'area sosta ci sono molti camper. Sperimentiamo per la prima volta la vita dei punk a bestia. Fortunatamente Barbara si è documentata e ha messo in atto alcuni accorgimenti. La cosa più importante è una rete che divide l'abitacolo dal resto del camper, e la cucciola viene comunque tenuta legata nel corridoio. Bourbon ogni tanto la maltratta un po', senza un motivo comprensibile, lei reagisce con alte grida. Per dissuaderlo gli mostrò i guardrail e una corda e lui capisce, forse.
Sabato 6
Dopo una notte tranquilla sotto un pioppo nel grande parcheggio, sveglia alle 8, la pioggia di ieri sera ha risvegliato tutte le chiocciole che ora strisciano a centinaia tornando verso i cespugli.
La prima destinazione sarebbe stata la visita alla miniera di ocra vicino a Ruossillon, ma in rete ci sono note che vietano la visita per pericoli di incendio nella zona. Ma potremo visitarla al ritorno.
Ripartiamo verso Carcassonne, vogliamo avvicinarci sollecitamente ai Pirenei, sperando siano più freschi in questa estate caldissima.
A Carcassonne i campeggi sono completi, andiamo alla
arriviamo alle ore 21, il parcheggio è vuoto, è in alto nei boschi, su una valletta, non si vedono case. C'è vento, non freddo.
Durante la sontuosa cena, preparata dalla nostra cuoca, avviso Barbara che i pezzetti di carne che allunga a Brandy finiscono sulla sua borsa, e lei: non importa, se devo fare la punk a bbestia lo faccio fino in fondo. Il cielo stellato è l'unica luce, la luna è tramontata in fretta.
Domenica 7
Notte tranquilla ma sveglia alle 6:30 bello fresco non c'è nessuno nella valle.
Alle 10 arrivano gli amici Marco e Gabriella. Visitiamo la grotta che è davvero enorme, una sala profonda 250 metri, ci starebbe la Tour Eiffel. Le concrezioni sono particolari, ci sono i "piatti", dei dischi di un metro di diametro cresciuti direttamente dalla parete non si capisce come, e le piccole stalattiti eccentriche di aragonite che se ne fregano della gravità, crescono lentissime 3 , 5 mm ogni millennio, per traspirazione, molecola per molecola, bianche e stupefacenti. Tutte le concrezioni ricoprono la roccia sottostante che è un marmo blu. Per la visita alla grotta, circa un'ora, abbiamo lasciato i cani chiusi dentro il camper, con un piccolo ventilatore che soffia su un siberino del freezer (invenzione di Barbara) la nuova gualdrappa che copre il parabrezza fa il resto.
Decidiamo di visitare un'altra grotta vicina, per raggiungerla si sale e si attraversa un territorio carsico, arido eppure parzialmente coltivato, bellissimo.
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Le stalattiti "eccentriche" di aragonite, come si può vedere alcune crescono in salita, per traverso, curvano senza una regola. Una bizzarrià che sembra inspiegabile.
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L'altra grotta è la
meno famosa ma più bella e interessante, anche lei nasconde un record: il blocco più grande di aragonite, chiamato il lampadario. Normalmente le concrezioni sono di calcite, ma in questa zona è molto presente l'aragonite, siamo appunto in Aragona. C'è inoltre la sala dei concerti dove, battendo i piedi a terra, la vibrazione fa risuonare la grotta per molti secondi. Anche qui ci sono ovunque molte stalattiti eccentriche che crescono in tutte le direzioni, la roccia di base è anche qui lo stesso marmo blu. Torniamo al Camper verso le 14 e improvvisiamo all'ombra delle acacie un ricco pranzetto, con Marco e Gabriella quando si tratta di mangiare si va sul sicuro.
Poi loro partono verso Pau e noi puntiamo verso Lourdes.
Ancora una volta ci godiamo gli sconfinati spazi della campagna francese, con girasoli, vitigni e vasti campi di grano già raccolto. Ma tutto denuncia un grave stato di sofferenza dovuto alla grave perdurante siccità.
Ma la strada verso Lourdes è lunga e verso sera deviamo per visitare una grotta vicina. Per vivere tranquilli con i cani optiamo per i parcheggi delle grotte che sono sempre deserti alla sera e in genere sono nei boschi, dove il caldo si fa sentire di meno.
Ci fermiamo quindi per la notte in un grande parcheggio vicino alle grotte di Gargas, circondati dalla foresta e da grandi pascoli. Ci siamo solo noi ed un piccolo camper con una famigliola. Anche qui il cielo è bellissimo perché non ci sono luci ad inquinare il buio, la luna si concede per mezz'ora soltanto prima di tramontare oltre un'altura. Una formica con le ali cammina sul mio indice aiutandomi a scrivere queste righe. Sarà una buona notte.
Lunedì 8
Dopo una notte fresca e tranquilla ci godiamo le ore del mattino con i cani giocosi e l'apparizione di uno scoiattolo che controlla la maturazione delle pigne.
Scopriamo però che per la grotta di Gargas serviva la prenotazione, peccato perché si tratta di una grotta particolare con le immagini delle mani, mani con le dita mozze. Riusciremo a visitarla al ritorno, intanto sappiamo che qui si dorme al fresco.
Il problema della prenotazione delle visite alle grotte si presenterà per tutto il viaggio, sono quasi tutte prenotate per molti giorni avanti. Forse perchè sono un ambiente molto gradito in questa estate caldissima. Anche per altri siti interessanti il problema è il medesimo.
Ripartiamo verso la grotta di Betharram passando da Lourdes. Entriamo sempre più nei Pirenei e qui la siccità ha colpito di meno.
La zona collinare che precede le cime alte è in parte coltivata e a tratti ricorda le nostre colline toscane. La
è una cavità scavata da un torrente sotterraneo che ora scorre ancora più in basso. Scoperta ai tempi di Napoleone è aperta al pubblico da più di un secolo, ed è strutturata per un grande afflusso di pubblico. Le concrezioni sono tutte asciutte tranne rari casi, quindi i colori sono grigi e spenti, ma ci sono comunque dei pezzi interessanti. La visita si conclude con un tratto in barca e su un trenino.
Ci dirigiamo poi verso il Passo del Somport perché è in alto ( 1.632 mt ) e quindi fresco, ma l'ora è tarda e ci viene la malaugurata idea di fermarci a
in un'area sosta poco felice ma vicina al centro, dove c'è una chiesa molto particolare che vorremmo visitare domani. L'avevamo già vista nel 2017 dall'esterno, ma era notte.
Però dopo cena ripartiamo, qui ci sono troppi cani, troppo caldo e troppe zanzare. Continuando la salita verso il passo del Somport ci fermiamo per la notte in un parcheggio con altri camper, lungo un torrente, ci saranno 20 gradi, una frescura incredibile in un'estate come questa.
Martedì 9
Al mattino pioviggina a tratti, ripartiamo e arriviamo al
sole, bellissime montagne intorno, poche persone.
Scendiamo il versante spagnolo fino a
con la sua enorme stazione ferroviaria che è stata da poco rinfrescata. è un edificio spropositatamente grande in relazione ai pochissimi treni che passano da qui, visto che il traffico con la Francia non c'è più da tanti anni.
Da qui puntiamo verso la costa del mar Cantabrico e forzatamente verso Pamplona, facciamo una deviazione verso un paesino con un buon ristorante, che però oggi è chiuso. Improvvisiamo allora il pranzo in una area pic nic in mezzo ad un paesino di poche case, all'ombra. Ci fanno visita due cani del villaggio provocando un po' di trambusto, ma poco sangue. Bourbon è un asociale inguaribile.
Ripartiamo e cerchiamo di visitare la
(foz di Lumbier), un canyon spettacolare, ma l'avvicinamento è troppo lungo e impegnativo per l'ora e per il caldo soprattutto. Troviamo però un belvedere per ammirare la gola almeno da lontano, ci sono anche i grifoni, e qui sotto i nostri piedi i basamenti di una grande villa romana. Fa molto, molto caldo.
Proseguiamo aggirando Pamplona e arriviamo a
grazioso pasesello della costa gemellato con Zumaglia nel biellese. Troviamo posto per il camper vicino alla promenade che costeggia l'ultimo tratto del piccolo fiume Urola che proprio qui sfocia nell'oceano.
Stasera lasciamo i cani al loro destino e ci concediamo una cena fuori.
Bourbon è più tranquillo dato che qui non ci sono guardrail, ma a scanso di equivoci gli ho mostrato una bitta dove legano le barche.
La cucciola come tutte le sere dopo il tramonto si trasforma in mister Hide. Non passa giorno senza che venga versato da me o da Barbara un tributo di sangue per la convivenza di uomo e cucciolo. A volte si agita talmente che mi sembra la rappresentazione dell'atomo, con la testa, le gambe e la coda in movimento frenetico tale che non si può sapere dove sono, proprio come gli elettroni intorno al nucleo. Per fortuna quando si va a dormire la piccola si cheta e ci concede notti tranquille.
Mangiamo in un affollato ristorante-birreria, molto frequentato dai locali che spesso bevono sidro e mangiano cozze. Le bottiglie di sidro hanno un tappo forato lateralmente per poter mescere il liquido dall'alto, molto dall'alto, nei bicchieri. Sul tavolo vicino a noi c'è una grossa terrina di piccole cozze. Una grande mano grassoccia prende lentamente una cozza alla volta e la porta alle labbra di un signore massiccio come un bronzo di Botero, con lui due signore avanti con gli anni ripetono lo stesso gesto, come un rituale. Ho letto che per gli uomini del paleolitico circa il 15% del cibo proteico era fatto di molluschi, chiocciole e frutti di mare. Fuori dal locale molti giovani seduti sorseggiano sidro e birra e lasciano a terra innumerevoli gusci di semi di girasole. La bassa marea ha lasciato scoperti gli ammassi di cozze fangose alla base del ponte, sulle rive del torrente le mille porcherie della civiltà, ma nessuno ci fa caso. Il sole è tramontato e ha lasciato il posto ad una splendida luna quasi piena, la cittadina brulica di vita e movimento, non si sente ancora, qui sulla costa, l'effetto nefasto del clima che cambia.
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La cuoca a Zumaia, nella sua ora libera.
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Mercoledì 10
Notte tranquilla e fresca, passeggiata mattutina con i cani e poi si fa il bucato in una lavanderia in centro. Al pomeriggio andiamo al mare nella spiaggia piccola ad ovest (Itzurun), molto interessante. È il punto finale in cui la Spagna si è unita all'Europa, l'equivalente della nostra linea insubrica. La costa è una serie infinita di strati di roccia di deposito marino che da orizzontali si sono alzati in verticale. Forse 50 milioni di anni fa. Come ad Oneglie, vicino al "masso del miracolo", le rocce sono deformate da pressioni enormi, sembrano un ammasso di cozze. Le onde dell'Atlantico hanno una violenza ben maggiore di quelle del Mediterraneo, e questo spiega perché questa patella che ho raccolto è molto più piatta di quelle della Liguria, deve dare minor appiglio alla forza dell'acqua per non farsi strappare via. La spiaggia è piccolissima e con la marea che sale si stringe sempre più.
L'acqua dell'oceano è caldissima, particolare inquietante. Al ritorno visitiamo dall'esterno l'imponente chiesa del tredicesimo secolo. La marea ora è alta e molti ragazzi si tuffano dai ponti.
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La costa presso la piccola spiaggia di Itzurun a Zumaia
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Giovedì 11
Mattinata di catarsi, in questi paesini lungo la costa ci sono molte aree di sosta ma ben poche hanno i servizi per vuotare i camper e caricare acqua, giriamo a lungo prima di trovare un campeggio dotato di tali servizi. Guidiamo poi fino a dopo Bilbao e un po' a fatica troviamo una spettacolare passeggiata che scorre 50 metri sopra il mare, uno dei tratti più belli per i pellegrini che fanno il Cammino del Nord verso Santiago. Anche qui fa caldino ma non eccessivo. Il percorso inizia con un grande piazzale popolato di auto e camper, è lontano dai paesi e davanti a noi c'è solo il mar Cantabrico, alcuni cartelli spiegano la genesi geologica di questi luoghi. Ci sono inoltre due altre cose interessanti, i resti di vecchi argani con i quali venivano issate fin qui le alghe raccolte immergendosi in mare, non so per quale uso. Più avanti una grande struttura alta sopra gli scogli appare del tutto misteriosa, ma un cartello racconta che si tratta dei resti di un sistema per caricare sulle navi, direttamente in mare, senza un porto, la roccia cavata dalla costa. Un calcare giovane, di scarsa qualità, a mio modesto avviso. Gli strati di roccia sono sottili e molto simili a quelli visti a Zumaia. Anche questi sono deformati dalla pressione, sembrano spezzettati con un cucchiaio.
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La nostra dogsitter / punk a bbestia
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Guardare l'oceano da qui, dall'alto, così grande e vuoto, è come guardare il cielo, scompaiono almeno per un po' tutti i pensieri contingenti, quotidiani. Guardare il suo incessante lavoro di demolizione della costa, specialmente qui dove l'erosione è fortissima, le tante e strane forme di vita che si sono adattate ai ritmi pluriquotidiani delle maree che qui superano i tre-quattro metri, queste ed altre cose fanno sorgere domande enormi. Così enormi che non si ha neppure il coraggio di farsele. Da dove arriva tutta questa acqua se la Terra neonata era una palla di ferro fuso? E quindi l'acqua è anche più vecchia della roccia di queste coste visto che sono fatte di deposito marino. E tutto il sale in tutti i mari come si è generato? E che razza di cosa è l'acqua? Questo liquido straordinario che permette la vita come la conosciamo, che si trasforma in vapore più leggero dell'aria e poi ricade ed è acqua di pioggia; l'acqua che entra nel terreno e si mischia e scioglie molte cose, ma poi ricompare ed è acqua di sorgente, pura come prima, uguale in tutto il mondo. Cosa diavolo è l'acqua che se si fredda diventa ghiaccio, cristalli di neve !
Chi mai può aver inventato una simile sostanza miracolosa? E così tanta!
Domande che nessuno si fa perché non si sa a chi chiedere? Forse perché le risposte sono difficili da credere o da capire senza aver maturato tante altre conoscenze? O forse, semplicemente, sono così grandi che fanno paura. Guardare l'oceano è come guardare il cielo, evoca una sensazione pura di immensità.
L'oceano visto da qui è vastissimo, eppure ci sono solo due navi lontane. Ho letto che l'Atlantico si allarga di 5 cm ogni anno. Devo affrettarmi a visitare l'America prima che aumenti il costo del biglietto aereo.
Venerdì 12
Lunga passeggiata mattutina sulla strada panoramica, nell'altra direzione, verso ovest. Anche se il Cammino del Nord è meno frequentato di quello classico, sono molti i pellegrini che passano. Questo tratto di costa spettacolare remoto senza paesi è il posto adatto per tenere in grandi recinti, quasi allo stato brado, cavalli, capre e anche una bella mandria. Stupisce un po' vedere le vacche che pascolano con lo sfondo del mare oceano.
Intanto Barbara è molto inquieta perché non ritrova più la galleria che ricorda era qui in questo tratto quando passò nel 2010. Il mistero della galleria scomparsa la (ci) assilla già da ieri, l'avranno chiusa? interrata? se ne parla a cena, ci agita la notte, si ripresenta al mattino, non si vive più, manca persino il fiato, il passo incespica, la costa intera si contorce ansiosa di sapere, anche la marea si ritira! Che fine ha fatto la galleria?
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Eccola !
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Ma alla fine giriamo un'ansa della strada ed eccola là cinque minuti più avanti, una piccola galleria di venti metri foderata di assi da impalcatura a protezione dalla caduta di sassi di questa roccia tenera in movimento. Una galleria da nulla, un giocattolo. Ma è lei, perdio! E Barbara si rilassa felice. :-)
Poi ripartiamo verso Santander. Puntiamo ad un grande parco zoologico, a Cabarceno,. Dormiamo nell'area sosta attigua al parco. Non c'è modo di cenare fuori e non volendo cucinare in camper ci accontentiamo di tre birre, semi di girasole tostati e patatine fritte.
Sabato 13
Visita allo straordinario parco zoologico,
è enorme, ci sono due teleferiche, mezz'ora ciascuna , che mostrano i vari recinti dall'alto, il territorio è ancora più spettacolare degli animali, carsico con moltissime guglie di calcare alte da due a 15 metri o più, il terreno rossastro deve essere stato in gran parte asportato, era una cava di minerale ferroso. Grandioso! Ci sono circa 20 km di strada, da percorrere con l'auto o il camper. Moltissimi gli animali, tutti in ottimo stato e in grandi spazi. Anche il rettilario è di grande effetto, sono presenti quasi tutti i serpenti velenosi e tutti esemplari belli e di grandi dimensioni. I guardiani erano molto interessati al nostro Bourbon, abbiamo offerto 1000 euro perché lo tenessero, ma ci hanno detto che per regolamento sono esclusi gli animali da compagnia.
Abbiamo girato nel parco dalle 11 fino alle 18.30, vedendo poco più della metà degli animali.
Per ultimo abbiamo visto i gorilla, 5 o 6 esemplari in ottima forma. Dato che in quel momento piovvigginava erano in un capannone attrezzato con funi e soppalchi. Gli animali ( faccio fatica a chiamarli animali, sono molto, molto simili agli uomini, animali deplorevoli) raccoglievano fasci di rami di nocciolo, se li portavano in alto su un soppalco e lì staccavano e mangiavano le foglie. Noi, e molti altri visitatori, li guardavamo da vicino attraverso una grande vetrata. È stato particolarmente toccante vedere come si caricavano in spalle i rami di nocciolo per portarli sui soppalchi, come farebbe un uomo. Osservo, quasi commosso, la precisione e la delicatezza del gesto della mano e del polso per staccare le foglie di nocciolo e portarle alla bocca. Tutti i visitatori erano in silenzio, tranne qualche bambino che comunque commentava affascinato. I gorilla sono dei primati come noi, ma non sono nostri antenati, appartengono ad un'altra linea evolutiva, eppure ci somigliano tantissimo, così tanto che ci riconosciamo in loro. Le scimmie antropomorfe (gorilla, scimpanzè, bonobo e oranghi ) sono molto simili agli uomini nei comportamenti sociali e di famiglia. Frans de Waal, primatologo di fama mondiale, dice che scimpanzè, gorilla e bonobo, a parità di peso sono cinque volte più forti di un uomo. Sembra strano che animali così dinamici e muscolosi siano solo vegetariani.
Usciti dal parco raggiungiamo Santander per passare la notte nella piccola area sosta nel Porto Deportivo. Vicino a noi centinaia di barche di privati, alcune grandi e bellissime. Ceniamo in un ristorantino sul mare, un'ottima orata con patate. Verso le tre di notte da tutte le erbe, gli anfratti, i cespugli, le rive della cala, e di tutto l'angiporto si levano silenti a migliaia i ditteri assassini, responsabili di 700.000 morti ogni anno nel mondo. Almeno una decina entrano nel camper e dobbiamo difenderci a schiaffoni, solo un'ora dopo si può di nuovo dormire. Al mattino prendiamo il caffè nel bar che è la sede del Club Nautico Deportivo, bella gente.
Domenica 14
Andiamo a visitare il museo del giurassico, dei dinosauri, già visto alcuni anni fa, ma era tardi e avevamo poco tempo.
In questa zona ci sono stati molti ritrovamenti di fossili di dinosauri e questo museo è specializzato su questo argomento. I dinosauri si sono sviluppati e sono vissuti per un periodo lunghissimo di milioni di anni per poi scomparire in poco tempo, forse meno di mille anni, a causa di grandissimi problemi climatici. Meteorite? Vulcani? Insieme ai dinosauri si estinsero il 70 percento delle specie animali.
Purtroppo la velocità con la quale OGGI si stanno estinguendo le specie animali è superiore a quella di allora. E la velocità con cui si sta surriscaldando il clima è dieci volte superiore a quella dei maggiori periodi di riscaldamento del passato della Terra. Possiamo stare certi che finiremo "arrostiti" in poco tempo, e prima ancora senza cibo.
Dopo la visita al museo andiamo a
grazioso paese alla foce del torrente Sella. Andiamo in centro per fare bucato in una lavanderia, ma con i cani girare tra la gente è un bel problema. Dormiamo a Ribadesella.
Lunedì 15
Puntiamo alle zone di montagna nel complesso dei
risaliamo il grande torrente Sella fino a Soto de Sajambre, un paesino di montagma. Da qui le grandi cime simili alle dolomiti sono vicine. Dal piccolo paesino in su ci sono alcuni percorsi di poche ore, ad anello. Ne facciamo uno a caso, i sentieri sono ampi e percorsi anche dai trattori, ma molto ripidi. Per un buon chilometro più su del paese ci sono prati dove è stato tagliato il fieno, poi bellissimi boschi di faggio e querce, alcune querce sono enormi. È tutto molto secco, anche qui la siccità dura da molto tempo.
I cani di divertono un sacco. Saliamo di tre o quattrocento metri di dislivello poi dobbiamo tornare perché si fa tardi. Nel paesino c'è anche un ristorante che però chiude alle 18. Ceniamo in camper.
Martedì 16
Da questo paesino montano anziché ritornare a Ribadesella proseguiamo verso Riaño salendo ancora per poi uscire dal parco nazionale dei Picos de Europa, ma siamo sempre in una zona montagnosa e bellissima. Superato un colle a più di 1300 metri scendiamo a lungo fra valli stupende, pascoli enormi, poi le montagne, di un calcare sempre più chiaro, diventano quasi prive di vegetazione. Raggiungiamo un invaso enorme e ramificato, si vede chiaramente che il livello dell'acqua è più basso di una decina di metri rispetto al normale. Arriviamo a
un paesino tutto nuovo al crocevia dei rami dell'invaso (il vecchio paesino è rimasto sott'acqua). In acqua ci sono barche e grossi motoscafi, il paesino è diventato un centro turistico!
Tutta questa zona molto grande è anche decisamente brulla, ci sono alcune zone boschive, ma sono di abeti piantati dall'uomo. Non ci sono case , solo qualche mandria sperduta, con le mangiatoie per il fieno.
Andiamo verso Burgos, un lungo tratto di autostrada attraverso le mesetas. Il paesaggio è monotono e straordinario, campi di grano fino all'orizzonte con poche ondulazioni del terreno. L'orizzonte divide netto un sopra ed un sotto: il giallo spento delle stoppie del grano e in alto l'azzurro limpido del cielo che ospita numerose le "nuvole del bel tempo" : sono i Cumuli, bianchi e vaporosi con la base piatta che poggia sul nulla.
Un cielo con nuvole così è presente in tutto il mondo, ma qui sulle mesetas spagnole è nella sua massima espressione per la purezza dell'aria asciutta e perché copre del tutto il cielo vicino e lontano in tutte le direzioni. Ogni tanto appaiono, in questi campi sconfinati, le cataste di balle di fieno, parallelepipedi a volte così così grandi da sembrar palazzi. Viaggiando e osservando i margini della strada si ha la conferma dell'assioma della geometria : 'due rette parallele si incontrano all'infinito', tanto è lontano l'orizzonte.
Avvicinandoci a Burgos appaiono innumerevoli le pale eoliche eleganti con i loro profili avveniristici, spinte da un forte vento costante.
A Burgos visitiamo il
grande e moderno, davvero molto interessante. Racconta inizialmente dei ritrovamenti del vicino sito di Atapuerca (homo antecessor, praticamente un ominide), e da lì in poi l'evoluzione è abbastanza ben spiegata, ma si tratta sempre di un argomento complesso. L'evoluzione si è mossa in tempi e luoghi diversi, ad esempio chissà quante volte nel mondo è stato "scoperto" il fuoco, e in quanti tempi diversi. Dormiamo in un parcheggio vicino.
Mercoledì 17
Vorremmo visitare il sito archeologico di
ma è completo, riusciamo però a prenotare la visita al vicino
Arriviamo in anticipo ad Atapuerca e facciamo un tratto del cammino di Santiago risalendo un colle fino ad una grande croce. La visita al CAREX è molto interessante, in un'ora e mezza, grazie ad una guida molto competente , ripercorriamo tre milioni di anni di evoluzione umana. Soprattutto la prima parte, che parla del Paleolitico, è affascinante perché descrive i passaggi successivi della scheggiatura delle pietre. Dai Chopper (grossi ciottoli spezzati da un solo lato) alle amigdale ( chiamate anche bifacciali ) di quarzite, poi si cambia materiale passando alla selce, la scheggiatura ritoccata con osso, corno o legno, la preparazione dei nuclei da cui staccare schegge più fini, ritoccate ancora con osso per fare bordi seghettati. Il primo passaggio da Chopper a bifacciali ha richiesto almeno un milione di anni, poi ogni passaggio sempre meno tempo. Una storia lunghissima e affascinante, con innumerevoli ramificazioni di luoghi e di tempi. Qui ad Atapuerca una fortunata sequenza di grotte, doline, pozzi, crolli ha conservato le tracce e i resti di una frequentazione umana durata un milione e trecentomila anni.
Qui hanno trovato i resti dell'Homo antecessor (esploratore), il primo ominide europeo, datato 1,2 milioni di anni. E le ricerche continuano.
La visita si conclude con una dimostrazione di come accendere il fuoco con un legnetto. Ecco l'occorrente:
"Nido" di fibre dove mettere la prima brace
Base di legno
Semi di giunco/pioppo (cellulosa pura)
Legnetto/assicella con intaglio a U per ossigenare
Bastoncino a punta
Archetto
Osso per appoggio spinta legnetto
Ripartiamo e arriviamo a Roncisvalle. È sera, piove, mangiamo nel ristorante, molti pellegrini.
Giovedì 18
Visitiamo la chiesa collegiata, e poco altro. Piove e fa freddo, tutto secco anche qui, anche scendendo verso Saint Jean Pied de Port ( il punto di partenza del classico Cammino di Santiago). Qui siamo decisamente in una zona di montagna, nei Pirenei notoriamente piovosi, eppure ci sono moltissimi alberi arbusti e felci completamente secchi e rossi, forse morti.
visitiamo il paesino, molto bello ma molto turistico, vi regna comunque un'aria da santuario di montagna, rinforzata da una pioggerella uggiosa e intermittente.
Ripartiamo e andiamo a dormire a Pau, grande cittadina.
Venerdì 19
Al mattino visitiamo il centro di
è una bella cittadina. Poi ripartiamo e visitiamo le
Le grotte delle mani. Questa grotta è aperta al pubblico da tanti anni, mi sembra un crimine, il degrado delle impronte dipinte è inevitabile. Contiene più di duecento immagini negative di mani, fatte con due tecniche diverse, spruzzando con la bocca o tamponando intorno. Moltissime di queste mani sono mancanti di un dito o di una o più falangi. Molte le ipotesi, nessuna certezza. L'età è di circa 29000 anni, gli autori erano uomini di Cro Magnon, un'antica forma di Homo Sapiens, che poi è scomparsa fondendosi forse con i Neanderthal.
Ripartiamo e andiamo a dormire a Auterive, piccola area di sosta vicino al torrente. È l'imbrunire e sui platani sopra di noi si fermano per la notte migliaia di storni, c'è un sommesso ma grandioso cinguettio. Ceniamo in un piccolo ristorante con cucina italiana.
Sabato 20
Alle 7 gli storni riprendono il cinguettio, alle 7:30 se ne vanno, senza lasciarci ricordini sul camper.
Riprendiamo il viaggio fino a Broux vicino a Roussillon dove c'è la visita alla miniera di ocra, abbastanza interessante.
Peccato che la guida parli molto in fretta e a tratti, non capiamo quasi nulla.
Però ci hanno dato un tablet con informazioni in italiano. Si entra in grandi gallerie larghe 5 o 6 metri e alte 10 o 15, scavate a mano sotto una collina. La roccia è un deposito marino, un misto di caolino (argilla) limonite (ossido di ferro) e sabbia. La sabbia viene eliminata con dei lavaggi, per decantazione.
Ripartiamo e raggiungiamo un paesino vicino a Sisteron dove dormiamo un'altra notte.
Domenica 21
Torniamo a casa passando da Brianzoni, risalendo quindi la valle del
da quando si getta nel Rodano vicino ad Avignone fin quasi alle sorgenti, nelle Alte Alpi vicino al confine italiano. Un territorio grandioso e bellissimo per tanti aspetti.
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Dati statistici per gli anni a venire:
Abbiamo persorso poco meno di 4000 chilometri, escludendo il costo degli alimenti , in camper e fuori, abbiamo speso meno di 1000 euro.
Il gasolio costava circa 1,80 euro/L
Orientativamente : 600 euro di gasolio, 230 di autostrade, 170 di biglietti per i siti visitati.
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