Slovenia , ferie 2021
Giovedì 5 ago
Partenza da casa verso le 12 , mangiamo all'Angolo a Carisio, lungo l'autostrada c'è abbastanza traffico, specialmente dopo Venezia. Puntiamo verso l'area camper comunale di Trieste, si fatica a trovarla, è sotto un cavalcavia, c’è una sbarra, entriamo pagando quattro euro accolti da un grosso ratto nero e due zanzare feroci. Scopriamo che è un posto davvero orribile. Trieste dovrebbe chiudere un posto simile, infatti non c’è nessuno qui, solo pochi camper parcheggiati. Puntiamo verso il campeggio Mamaca Park, impossibile da raggiungere con il navigatore che ci vuole portare in stradine di un metro e mezzo. Arriviamo alle 21. Siamo in una zona vecchia e periferica della città, stradine ripide e disordinate, domani faremo un giro in centro.
Venerdì 6 ago
Con il bus 29 scendiamo in centro, via Italia, piazza della Borsa, piazza Unità d'Italia, la più grande piazza d'Europa affacciata al mare. Vi sono molti edifici notevoli, tutto di arenaria chiara di ottima qualità. Percorriamo il ( Molo Audace ), una passeggiata d’un certo fascino, più di 200 metri in mezzo al porto di Trieste. Avremmo voluto visitare l'acquario marino, ma è chiuso per restauri. Prenotiamo un giro della città, con audio guida. Nell'attesa della partenza visitiamo ( il Museo Revoltella ) che contiene anche, ai piani superiori, una esposizione di arte dal settecento a oggi. Si tratta della casa di Pasquale Revoltella, imprenditore e finanziere dell'Ottocento, ricordato anche per aver dato sostegno diplomatico e finanziario al taglio dell'Istmo di Suez. Una casa museo straordinaria, chi visita la città la deve assolutamente vedere, dà un'idea della ricchezza di Trieste.
Nel pomeriggio facciamo il giro in bus turistico a scoprire le cose pià importanti della città, una visita sicuramente troppo frettolosa, ma comoda e interessante.
Al ritorno, di nuovo al Molo Audace, riprendiamo la visita del centro e di alcune chiese. La città ci appare molto pulita e ben popolata, numerosi ma non eccessivi i turisti.
Sabato 7 ago
Partiamo in camper e saliamo nella parte alta di Trieste a visitare la cattedrale di San Giusto, dal campanile, dotato di grandi e famose campane, si gode una ampia vista sul golfo e sulla città. Visitiamo la chiesa e il vicino ( Museo Winckelmann ). E' vicino anche il Castello di san Giusto, ma non ci basta il tempo. La meta successiva è la ( Grotta Gigante ), una enorme cavità che è stata aperta al pubblico quasi un secolo fa, le molte e pur belle concrezioni sono quindi scurite a causa della lunga frequentazione umana. Dalla volta della grotta davvero gigantesca scendono due tubi bianchi, alti 98 metri, servono per registrare i movimenti della crosta terrestre che viene deformata anche dall'attrazione lunare. Vicino all'entrata c'è un istituto di geofisica ed oceanografia. Trieste è una città di Scienza, ha un record europeo di scienziati e ricercatori in rapporto alla popolazione. Torniamo verso il centro città poi andiamo a visitare la risiera di San Sabba, l'unico lager nazista in Italia. I rastrellamenti etnici dei tedeschi sono stati molto più brutali in queste zone che nel resto d'Italia. Qualche migliaio di ebrei, zingari e avversari politici vennero condotti in questa struttura che era una fabbrica per la lavorazione del riso, ormai dismessa, qui venivano uccisi e bruciati oppure deportati in altri campi in Europa..
Dopo la visita, tristemente impressionante, ci dirigiamo in Slovenia, il confine si passa liberamente senza nessun controllo. Andiamo alla grotta più vicina, la ( Grotta di san Canziano ). È tardi e cerchiamo un campeggio per la notte, troviamo un piccolo campeggio vicino a Skoffje. Siamo in un prato grande come tre campi da calcio, fresco e con pochi camper e tende. Dormiamo sotto i rami di un ontano nero, vicino al camper c'è un piccolo rio con molti pesci.
Domenica 8 ago
Partiamo per visitare la vicina grotta di San Canziano. Lunga discesa in una grotta enorme, sul fondo, nella parte finale scorre un torrente che mediamente ha 35 metri cubi di portata, in questi giorni solo 4. E' una grotta molto frequentata, non bellissime le concrezioni, ma è interessante per via del corso d’acqua che la percorre, lo stesso che l’ha creata nei millenni passati. E’ un torrente di superficie, Reca, che poco prima di questa grotta scompare sottoterra, qui ne vediamo un tratto e riapparirà dopo 40 km in Italia vicino a Trieste, con un altro nome: Timavo. L'afflusso di visitatori è eccessivo, siamo un gruppo di almeno 500 persone, il percorso è lungo e le fermate pochissime, è vietato fare fotografie, credo sia solo per evitare perdite di tempo. La fine del percorso è in fondo ad una voragine, e occorre tornare alla partenza almeno cento metri più su.
Queste grotte sono sotto alcune enormi doline crollate, l'ambiente in superficie è notevole e spettacolare, facciamo anche un percorso 'didattico' nei boschi intorno ai bordi delle due voragini, doline sprofondate.
Torniamo in camper verso le 12.30 mangiamo un pasto veloce e ripartiamo verso un'altra grotta che dista 14 km. Si tratta della grotta di Vilenica, in italiano ( Grotta di Corgnale ), è alquanto danneggiata dalla lunga frequentazione umana, è stata la prima grotta in Europa visitata a pagamento, nei primi del 1700. Ha molte e belle concrezioni, in genere rosse, ma le poche bianche spiccano in modo particolare. La visita questa volta è stata gradevole e accurata, non c'è una vera biglietteria, c'è una semplice casetta come una baita e dopo pochi metri una scala scende nel sottosuolo, grazie alla cordialità della giovane guida sembra di essere a casa di amici. E' aperta al pubblico solo la domenica.
Il territorio qui è tipicamente carsico, non ci sono torrenti né rigagnoli, eppure c'è molta vegetazione che non sembra patirne, immagino che dopo nel suolo dopo le tante fessure del calcare vi siano sacche dove si ferma l'acqua. Tutti boschi, viaggiando si notano moltissime doline, piccole e grandi. Sotto ogni dolina c'è probabilmente una cavità, e il terreno potrebbe crollare in ogni momento. Questo terreno fa pensare alla enormità del tempo trascorso, a chi osserva con un minimo di conoscenza può dare una misura del tempo che è passato. Le centinaia di migliaia di anni necessari per formare le concrezioni di queste grotte, che già ci sembrano molto tempo, sono poca cosa se paragonate al tempo che è stato necessario per la formazione del calcare che qui abbiamo sotto i piedi. E a volte nel calcare sono impresse le forme fossili di conchiglie, magari di specie estinte dopo una durata di "solo" 5 o 10 milioni di anni. E' un tempo così grande che risulta inconcepibile, ma la visione di queste grotte, così giovani rispetto alle rocce che le contengono, ci aiuta un po' a capire, o almeno ci dà questa illusione.
Ripartiamo, verso le 17, in direzione di San Daniele, un piccolo borgo interessante, ma lì vicino non ci sono campeggi e deviamo allora per Vipava. Sopra il campeggio, Kuna Kamp, ci sono pareti di calcare, una falesia con delle vie ferrate, domani vedremo....
Lunedì 9 ago
Un po' stanchi per la giornata intensa di ieri, rinunciamo a fare la via ferrata che ci guarda a mezz’ora da campeggio. Ripartiamo invece verso Nuova Gorica, poco oltre la città ci fermiamo un momento per il pranzo e per fotografare il ponte ferroviario sull’Isonzo. Un ponte da record per la sua grande campata in pietra. Ripartiamo godendoci la strada a fianco dell'Isonzo (chiamato Saca in sloveno) che in più punti è bloccato da una diga e forma dei bacini azzurri lunghi chilometri. Ci fermiamo a Canal Soca famoso per i tuffi dal ponte da 17 metri, è un posto molto bello, c'è una slack line che attraversa la lama, e ragazzi che ci salgono, solo una ragazza, bravissima, riesce a salirci e fare qualche passo in avanti e indietro.
Ripartiamo sempre risalendo l'Isonzo fino a Tolmin, dove andiamo a visitare le gole di un torrente laterale, un giro di un paio d'ore, ambiente molto bello, qualche piccola cascata, una sorgente termale. Poi cerchiamo un campeggio, ma sono completi, ci accontentiamo di un'area sosta camper : PZA Skirin, è un grande spiazzo con la ghiaia. Mentre prepariamo la cena ci sorprende il fragore di una frana nel bosco, oltre il torrente.
Martedì 10 ago
Al mattino andiamo a visitare il museo di Tolmin, è un po' semplice ma in cambio tratta molti argomenti, opere di un pittore locale del tardo novecento, mobili e arredi tipici di questa zona fino ai tempi quasi moderni, la rivolta della classe contadina del settecento... ma soprattutto ci sono reperti del neolitico, dell'età del bronzo e del ferro, e dell'età romana. Un piccolo museo interessante.
Proseguiamo sempre risalendo l'Isonzo verso Bovec dove lasciamo il camper per un lungo giro nei boschi a visitare la ( cascata Koziak ) che impreziosisce un tormentino affluente del Seca. Visitiamo poi, con un lungo giro e salendo sensibilmente, un’area archeologica su un'altura dove c'era un villaggio neolitico che è stato abitato fino al medio evo. Torniamo al camper a metà pomeriggio dopo aver saltato il pranzo. Risaliamo ancora l'Isonzo fino Bovec, situato in una piana stupenda (ma è un paese turistico, partono le seggiovie per le piste di sci ), dove i due campeggi sono completi, troviamo posto in un'area sosta a un km dal centro.
Ceniamo al ristorante con cibi e birra locali, la birra è buona.
Mercoledì 11 ago
Da Bovec torniamo indietro di pochi km e saliamo a visitare la stupefacente cascata Boka, un grande volume d'acqua che fuoriesce a metà montagna e produce una cascata di circa 140 metri, saliamo molto in alto per vederla meglio, ambiente di bosco, qualche trincea della Grande Guerra, non siamo lontani da Caporetto.
Risaliamo ancora l'Isonzo che diventa sempre più bello con il letto bianchissimo e l'acqua cristallina e azzurra dove è più profonda. Arriviamo a Trenta, ci aspettavamo una cittadina, ma sono poche case. C'è però un museo, moderno e piacevole , ci sono belle foto di animali dei boschi ( fotografo Domenico Ferrara), una sezione riguarda la geologia, abbastanza tecnica, una ricostruzione dell'interno di una abitazione dei secoli scorsi, due sale multimediali da colpo di sonno con filmati di acque e boschi. Tutto intorno ripide montagne coperte da boschi di abeti e larici. Siamo a 800 metri e sembra di essere a 1500. Proseguiamo e poco dopo ci fermiamo a visitare un giardino botanico disteso in una ripida conca, sono presenti moltissime erbe ma i nomi sono in latino ed in sloveno, anche quelle che conosciamo ci sembrano un po' aliene.
Ripartiamo e in pochi km ripidissimi arriviamo su un colle alto1600 metri, eppure sembra di essere in alta montagna, le bianche e nude vette delle Alpi Giulie ci sono vicine. Più volte ci fermiamo a fotografare queste montagne bellissime, ci sono alcuni piccoli ghiacciai, ma troppo piccoli per sopravvivere, è tristemente evidente.
Scendiamo ancora fino a Kraniska Gora, una cittadina del turismo di lusso sul torrente Sava, un torrente che attraverserà tutta la Slovenia fino a Zagabria in Croazia. Poco oltre arriviamo a Mojstrana, dove ci fermiamo in un campeggio.
Giovedì 12 ago
Entriamo in paese a Mojstrana, c'è
un importante museo alpino, è proprio di fronte ad un panettone tondeggiante alto 150 m
e c'è una ferrata, sarebbe fattibile ma è in pieno sole e fa molto caldo. Ma
la nostra meta è una cascata su per una valletta selvaggia, la ( Cascata Pericnik ). Una strada
polverosa affianca un meraviglioso torrente che scorre sui sassi bianchissimi,
c'è un notevole traffico di turisti. In effetti la cascata è uno spettacolo, un
sentiero ripido permette di avvicinarla, sia alla base che in alto dove inizia,
e si può anche passarci dietro. Sono più di 50 metri di salto, inoltre, sopra
quella ce n'è un'altra più piccola ma forse più spettacolare, anche dietro
questa si può passare. Le pareti intorno sono piene di vegetazione, e più che
verticali. La vena d'acqua viaggia su uno strato di conglomerato, fatto da
bianchi sassi di calcare spezzati e a volte tondeggianti, questo strato di una
ventina di metri di spessore, a sua volta disomogeneo, è più duro della roccia
sottostante ed ecco che porta in avanti il filone d'acqua di vari metri
rispetto alla parete. Un posto
davvero notevole, e a parer mio abbastanza pericoloso, ci sono numerosi tetti
aggettanti che possono crollare in ogni momento. Per scendere (solo noi) faremo un lungo tratto di sentiero che
scorre prima in mezzo e poi sopra questi strati di conglomerato ed infine attraversa un grande faggeto, dal terreno scuro affiorano qua e là da piccoli massi di calcare bianchissimo.
Torniamo al camper, la giornata è sempre caldissima, ci troviamo un
posto all'ombra per mangiare. La metà successiva è il lago di Bled, bello ma
pieno di turisti. Prendiamo un battello, con motore elettrico, che ci porta
nella piccola isola, e dopo un'ora ci riporta a riva. Sembra di essere al lago d'Orta. Questi posti con troppa gente fanno perdere solo del tempo.
Proseguiamo per cercare campeggio a
Kamnik. Abbiamo scelto questa piccola cittadina perché da lì è poco lontana
Lubiana ed è vicina alle zone di montagna che vorremmo visitare. Da qui potremo muoverci con i mezzi pubblici per raggiungere le nostre mete senza cercare ogni volta campeggi o aree sosta.
Venerdì 13 ago
Giornata calda, con il bus e poi con la teleferica e la seggiovia saliamo a ( Velika Planina ) (grande montagna), un altopiano di grande respiro a circa 1600 metri, molto noto per le baite di legno affatto caratteristiche. Giornata di relax camminando tra prati, doline e molte docilissime vacche, la vista è grandiosa sia verso la pianura sia verso le luminose alpi Giulie, lontane ma sempre affascinanti.
Sabato 14 ago
( Lubiana ) dista circa 25 km, andiamo a visitarla in bus. Il costo del bus è stranamente basso: 0,80 euro. Visitiamo il centro, la parte più bella della città, tagliato in due dal fiume Sava trasformato in questo tratto in uno stretto e profondo canale. Ci sono vari ponti quasi tutti monumentali, tre di questi sono vicinissimi quasi a formare un ponte solo. Una bella città, molto turistica, lo stile è a metà tra le città austriache e quelle italiane. In particolare visitiamo le chiese principali, una è ortodossa, è in corso un battesimo. Poi il museo di storia naturale con pochi ma notevoli ritrovamenti in Slovenia, un mammut, l'impronta di vari pesci, uno scheletro di orso delle spelonche. Ma ci sono molte sale ricche di tanti reperti, animali impagliati, fossili e minerali, tutto ben presentato e a volte anche ambientato. Tra gli animali rappresentati trovo due specie a me care una pianta acquatica (la Trapa natans ) e la testuggine lacustre europea ( Emis orbicularis ) ambedue a rischio di scomparsa. Questo museo meriterebbe una visita più accurata, ma il tempo è sempre poco. Da noi in Italia i musei naturali hanno pochi pezzi molto ben presentati, questo invece è ricco di molti argomenti che, pur esposti con semplicità, lo rendono immensamente più istruttivo.
Saliamo poi con una funicolare al castello che incombe sul centro. Il castello però è stato più volte rifatto, evitiamo la visita all'interno.
Torniamo in bus a Kamnik , ceniamo lautamente in una specie di ristorante-birreria con 24 euro in due.
Domenica 15 ago
Per oggi avevamo in mente di visitare una miniera di piombo e zinco ma indagando meglio scopriamo che è già prenotata per vari giorni, peccato. Si tratta della grande miniera del monte Peca, vicino a Mezica. Non saprò mai se si tratta dello stesso minerale della miniera in val Sessera.
Decidiamo di proseguire verso est, acquistiamo la vignetta per l'autostrada e viaggiamo fino a Maribor. Lungo l'autostrada troviamo un blocco e una deviazione, il viaggio si prolunga di un'oretta. A Maribor c'è una bella piazza enorme con edifici di vario genere, la città è divisa in due dalla Drava, un grande fiume che nasce in Italia e da Maribor in poi è navigabile fino al Danubio dove va a sfociare. Fa molto caldo, mangiamo in un vicolo con un po' d'ombra per il resto la città è semideserta per il giorno di festa. Comunque è evidente, anche per i molti negozi abbandonati, che Maribor sta attraversando un periodo critico, era molto attiva di industrie e commerci finché c'era la Jugoslavia, poi le cose sono cambiate.
Ripartiamo ancora verso est fino a Moravske Toplice quasi all'estremo est della Slovenia, località termale, ci sono acque minerali nere ricche di idrocarburi e metano e sono calde. Arriviamo verso sera con l'illusione di fare un bagno nelle calde ‘acque nere’ (sic) ma è in corso un temporale e dobbiamo accontentarci di una doccia di pioggia fredda. La temperatura oggi ha raggiunto i 35 gradi, e in mezz'ora è arrivata a 18.
Lunedì 16 ago
Tutta la mattina la passiamo a bagno alle terme di Moravska Toplice. E' un enorme campeggio con un paio di piscine esterne con acqua normale poi c'è una struttura coperta collegata con tante piscine su piani diversi, quelle al piano basso sono comunicanti con quelle esterne. In alcune l'acqua è più calda e appare più scura. L'acqua calda termale credo venga miscelata e clorata a dovere. C'è anche una piscina piccola e profonda, apposta per i tuffi, con un trampolino fisso di circa tre metri. Da noi i tuffi sono sempre vietati, che io sappia, tranne che per agonismo. Come nei parchi acquatici da una struttura altissima scendono con ampie curve dei tubi nei quali scivolano i ragazzi fino a sfociare nella piscina esterna. Tutto questo mondo acquatico è animato da getti idraulici o bolle d'aria, a volte molto forti, per l'idromassaggio.
Tutta la struttura, in special modo le piscine interne termali, sono popolate da un variegato campionario umano di homo sapiens, ma prevalgono certamente gli obesi ed i ben oltre, è automatico pensare agli ippopotami. L'immersione in acqua che annulla la gravità deve essere per loro un grande sollievo.
Ripartiamo verso ovest, inizia il ritorno, qui eravamo quasi all'estremo est della Slovenia. Ci fermiamo per la notte in un piccolo ma grazioso campeggio a Prebold, vicino ad una piccola grotta che vogliamo vedere.
Martedì 17 ago
Al mattino visitiamo la ( Grotta Pekel ) chiamata grotta del Diavolo perché all'interno scorre un ruscello caldo e d'inverno dall'entrata della grotta esce una nube di vapore. Una visita che dura meno di mezz'ora, all'entrata furono trovati i resti di orsi, tutto il resto si svolge lungo un ruscello con acqua che proviene dalla superficie (questa notte c'è stato temporale e l'acqua è ancora torbida di fango) e scendendo in grotta si riscalda un po'. Per il resto ci sono non molte stalattiti ed i soliti pipistrelli eccetera. Notevole il fatto che sia oggetto di visite fin dal 1860.
Ripartiamo, con l’autostrada raggiungiamo Idrija e visitiamo la grande ( Miniera di Mercurio ), una miniera che era la seconda al mondo e che è stata chiusa nel 1995. La visita è stata molto istruttiva e per certi versi emozionante, una miniera che è rimasta attiva per 500 anni ha molto da raccontare. Mi chiedo come sia stato possibile, già nel 1500 scoprire che la roccia qui sotto era ricca di mercurio, a quei tempi non giravano molti geologi. E' stato un abitante del luogo a notare che nel secchio col quale attingeva l'acqua da una sorgente comparivano delle strane goccioline argentee. Sono almeno 4 i tipi di roccia da cui veniva estratto, per evaporazione, il metallo, una di queste contiene gocce di mercurio nativo. Per lunghi secoli il lavoro di estrazione è stato fatto solo manualmente, con attrezzi semplici e alla luce di piccole lampade ad olio. Moltissimi i casi di avvelenamento, il mercurio vaporizza in parte anche a temperatura ambiente, e più tardi con l'uso dei martelli pneumatici, anche la silicosi ha mietuto vittime tra i minatori. Solo dopo la metà del secolo scorso qualche macchinario e qualche dispositivo di protezione ha reso meno micidiale il lavoro in miniera. Ma intanto la richiesta di mercurio nel mondo era calata e la concorrenza con altri siti nei paesi lontani ha fatto chiudere la miniera. Nei 500 anni di attività si stima che sia stato estratto, e poi riposizionato, un volume di roccia pari ad una volta e mezza la piramide di Cheope. Per la visita si scende per decine di metri lungo le gallerie originali, quelle grandi, si vedono i diversi tipi di roccia, qualche fase dell'attività estrattiva che si evolve nei vari periodi storici. Però non ci hanno fatto vedere nulla delle fasi successive l'estrazione, cioè la cottura nel forno e la successiva distillazione dei vapori di mercurio. Anche senza pensare all'enorme costo umano, questa visita ci ha reso consapevoli della grande importanza che hanno le materie prime per l'uomo moderno. E’ per questo che le stiamo saccheggiando con furiosa rapacità in tutti i Paesi del mondo. Se vogliamo continuare la nostra vita opulenta qualcuno dobbiamo pur depredare.
Riprendiamo pensierosi il viaggio verso la zona di Postumia ( grotta già visitata alcuni anni fa). Per la notte andiamo al campeggio di Piva Jama, (entriamo alla rovescia forzando una sbarra nel bosco solo apparentemente chiusa).
Mercoledì 18 ago
Al mattino scopriamo che la grotta Piva Jama è chiusa per lavori di messa in sicurezza, andiamo a visitarne un'altra a sud est di Postumia: Zelske Jama, la grotta presenta una prima parte nella quale sono stati trovati diversi scheletri di orso delle spelonche, bestie da una tonnellata, poi c'è una serie di laghi. Ci fanno indossare stivali e ci danno una torcia ciascuno, in effetti il terreno è bagnato e un po' scivoloso. Giunti al primo lago saliamo tutti su un gommone e lo percorriamo per circa 100 metri. La guida parla inglese veloce, capiamo poco.
Comincia il ritorno, ci fermiamo a Postumia per fare acquisti poi ripartiamo verso l'Italia. Arriviamo fino a Sottomarina, vicino a Chioggia, pizza sul lungomare e notte in un'area sosta.
Giovedì 19 ago
Di primo mattino andiamo in spiaggia, il bagno è solo parziale perché ci sono molte alghe spiaggiate ed anche in acqua, non ci sono conchiglie. Facciamo colazione poi con il camper andiamo a Chioggia, scopriamo un piccolo ma comodo parcheggio per i camper. E' giorno di mercato, percorriamo tutto il canale simile a quelli di Venezia che è fiancheggiato nella prima parte dalle tante bancarelle. Sotto un lungo e antico capannone c'è il mercato del pesce, caratteristico e spettacolare. Chioggia è molto bella, e ancora molto schietta, autentica. Maestosi alcuni palazzi lungo il canale, i nomi delle vie (una si chiama Calle Ponte Zitelle Vecchie), moltissime le barche da pesca ormeggiate e con le reti ad asciugare, i panni stesi fuori dalle finestre sui fili a scorrimento, le molte biciclette. Molto bella anche la 'laguna veneta' che si attraversa su un lungo ponte per arrivare in città, qui ci sono le coltivazioni di vongole.
Torniamo al camper nell'area sosta che si rivela un po' truffaldina, riprendiamo la strada verso casa.
Qui tutte le ( Foto )
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