24-31 Dicembre 2018 dinosauri ad Altamura, Matera, Metaponto, e altro
Lunedì 24
dicembre.
Partenza alle ore 19:30 dopo il pranzo di "Natale anticipato".
(Anche quest'anno Barbara è riuscita ad organizzare il pranzo di Natale per riunire, almeno una volta l'anno, tutti i parenti più vicini nonostante problemi difficoltà e stanchezza, dopo un anno difficile per tanti aspetti. La sua forza, determinazione ed efficacia non finiscono di stupirmi.)
Congedati gli ospiti verso le 17, prepariamo casa e camper per il viaggio, alle 19:30 si parte.
Prima di mezzanotte arriviamo a Montale, a sud di Modena, dove
andiamo alla messa della notte di Natale.
A messa incontriamo
Simone, nostro amico che ha fatto con Barbara ed Ale il Cammino del
Nord verso Santiago nel 2010. Piacevole incontro del tutto sorprendente e
inatteso. Facciamo quattro chiacchiere fuori dalla chiesa
sorseggiando un vin brulè. Dormiamo in un’area di sosta lì a
Montale, in terra ci sono ancora grandi mucchi di neve, c’è la
nebbia e fa un freddo pungente.
Martedì 25.
Al mattino, è Natale, ripartiamo
verso Bologna e verso il sud.
Ci fermiamo più
tardi a Loreto dove visitiamo un po’ di fretta il santuario.
Il Santuario di Loreto |
Ripartiamo, stupiti che verso le 17 sia già buio, siamo ormai molto
più ad est rispetto a casa.
Guidiamo ancora fino
ad Altamura dove arriviamo alle 21:30 circa. Dormiamo in un
parcheggio vicino allo stadio ed alle Mura Megalitiche. Abbiamo
superato i 1000 chilometri.
Mercoledì 26.
Al mattino saliamo a visitare il bel
centro storico della città, il Duomo in particolare, e una delle
tante Panetterie dove fanno il famoso pane di Altamura. Il nostro
primo obiettivo sarebbe il Museo Nazionale della Preistoria, ma oggi
che è S.Stefano, è chiuso.
Nella sede della Pro Loco, aperta anche se è festa, ci indirizzano fuori città , ad un piccolo museo nel vallocello (la Lamalunga) dove è stato trovato il famoso Uomo di Altamura.
Il Cranio dell'Uomo di Altamura così come è ancora ora. (immagine di repertorio) |
L’Uomo di Altamura è un Neanderthal molto antico, circa 150 mila anni , mentre i Neanderthal normalmente sono datati tra gli 80 e i 40 mila anni.
E’ stato trovato lo scheletro completo in fondo ad una bellissima grotta. Una grotta poco profonda, 10-30 metri sotto la roccia di superficie ed è caratterizzata da splendide concrezioni a goccia, sembrano gemme, gioielli.
Una grotta non grande ma bellissima, per fortuna non sarà mai aperta al pubblico. Un tempo il pozzo principale che conduce alla grotta era abbastanza grande, è da lì che sono caduti molti animali ed anche l’uomo. In seguito una frana ha chiuso il pozzo e sigillato la grotta, nel tempo successivo l’ambiente particolarissimo ha creato le innumerevoli concrezioni a goccia che hanno rivestito tutti gli scheletri di uno strato di gioielli. Ma esisteva un altro piccolo pozzo, apparentemente chiuso, e questo ha reso possibile la scoperta della grotta, avvenuta negli anni novanta. Francesco, che ci ha accolti ed illustrato con grande passione le meraviglie del piccolo museo, è stato uno degli artefici della scoperta. E’ stato grazie alla sua perseveranza che è stato scoperto il passaggio per entrare dal piccolo pozzo alla grotta. L’uomo di Altamura, 150 mila anni fa, era entrato in perlustrazione o forse era caduto nella grotta senza più poterne uscire, aveva una frattura alla scapola e una all'avambraccio. Tutte le ossa, cranio compreso, sono finite accatastate sul fondo più lontano della grotta, tutto è saldato alla roccia dalle concrezioni scintillanti di calcare, ed è ancora lì dove è stato trovato. Spettacolare, le foto che lo ritraggono sono impressionanti e bellissime.
Usciamo dal museo dopo aver visto un filmato tridimensionale che presenta l’interno della grotta, con decine di ossa e resti di svariati animali, si procede fino a trovare il cranio dell’Uomo, sembra di essere lì, un’esperienza incredibile.
In questa fredda giornata c'eravamo solo noi in visita al museo, capita a pochi di passare S.Stefano con un Neanderthal!
La città di Altamura vista dalla Lamalunga |
Proseguiamo per
pochi chilometri nello spettacolare pianoro carsico che sono le Murge
per visitare la Pula, un' enorme dolina carsica estremamente
interessante. Una voragine profonda almeno 100 metri e con una
circonferenza di più di un km. Una dolina è un avvallamento dovuto
ad una cedimento sotterraneo, la roccia di superficie che sta sopra
una cavità ad un certo punto frana e si abbassa. Ce ne sono spesso
nelle zone carsiche, nelle Murge questa è la più grande.
Sulle pareti di
calcare che guardano verso il centro ci sono diverse grotte che sono
state abitate da sempre e fin quasi ai giorni nostri. Grotte
particolarmente interessanti, protette dal vento anche negli inverni
più freddi e dotate di fessure che salgono al piano campagna e
portano su il fumo del fuoco, un lusso incredibile rispetto alle
grotte normali. In questa grotta hanno trovato resti stratificati
delle più antiche epoche, dal paleolitico al neolitico all’età
del ferro e del bronzo. Percorriamo il perimetro dell’intera dolina
e visitiamo anche una grotta, ci sono dei ragazzi che arrampicano
sugli strapiombi della parete esterna.
Dopo un veloce
spuntino in camper torniamo verso Altamura per visitare la cava
Pontrelli, meta principale del nostro viaggio, la cava dei
dinosauri.
A pochi chilometri dalla città c’è questa cava di
pietrisco, abbandonata da non tanti anni.
Sulla spianata di
fondo dove transitavano i mezzi da lavoro sono apparse migliaia di
impronte lasciate da chissà quanti dinosauri. Le impronte sono impresse su uno strato di fanghiglia che poi si è solidificato, testimoniano il passaggio di
decine di animali di più di cinque specie diverse.
Il piano di
calpestamento era coperto da sei o sette metri di calcare più
recente prima di essere riportato alla luce dai lavori di scavo della
cava. Si pensa che le impronte risalgano a 70-80 milioni di anni. Lo
strato di calcare che si è sovrapposto, da quel che posso pensare,
si spiega solo con uno sprofondamento della Puglia sotto il mare
per un altro lungo periodo, per poi riemergere come è ora.
La cava ora è
chiusa e circondata da una robusta recinzione con tanto di cartelli di
divieto, e due grossi cani vagano annoiati nelle vicinanze; con un po’ di perseveranza, sperando di non essere scoperti, abbiamo trovato una breccia
da cui entrare.
Alcune impronte sono
molto marcate, piene di acqua o di sabbia, molte sono disposte in
lunghe file ed è chiara la direzione di marcia. Molto spesso
sono in coppia, la zampa anteriore, più piccola e meno profonda è
davanti a questa la posteriore, molto più grande e profonda.
Guardando bene si
vede anche, a volte, la piccola onda di fango lasciata dalla zampa
che si è sollevata per andare oltre. E’ quasi miracoloso che tutto
si sia conservato così bene.
Dalla mia esperienza nei boschi so che le tracce non mentono mai e queste ci regalano l'emozione di camminare insieme ai dinosauri, animali che oggi si fa fatica ad immaginare.
Siamo molto contenti
di aver visitato questo luogo nella sua grezza semplicità prima che
diventi un parco visita organizzato, le sensazioni che trasmette ora
difficilmente resisteranno alla violenza delle strutture per il
pubblico.
Ci spiace lasciare Altamura, bello il centro storico, ottimo il pane, straordinario il suo Neanderthal, grandiosa la cava dei dinosauri, interessanti le mura megalitiche e la sua lunga storia. Dieci e lode!
Dopo la visita alla
cava ripartiamo alla volta di Castel del Monte.
Castel del Monte è
un’enorme edificio, una fortezza fatta costruire dall’Imperatore
del Sacro Romano Impero Federico II , nel tredicesimo secolo. E’ un
sito turistico visitatissimo, spettacolare anche per la sua posizione
che lo rende visibile da chilometri e chilometri in tutte le
direzioni.
La nostra visita è
un po’ frettolosa perché arriviamo che è quasi buio, ma il percorso all’interno, con la sua geometria perfetta da pietra preziosa, ha
un fascino ipnotico.
Dormiamo in un’area
camper compresa nell’enorme parcheggio per i visitatori.
Giovedì 27
Partiamo alla volta di Castellana Grotte.
Dopo un viaggio un
po’ lungo arriviamo a Castellana G. e prima di entrare in visita ho
il tempo di guardarmi intorno, una zona carsica formidabile , qui
sotto devono esserci centinaia di grotte, quella di Castellana è
solo la più grande ed è stata sacrificata alle visite, al turismo.
Ma qui intorno ci sono di certo delle meraviglie ancora intatte,
visitabili solo in assetto da speleologi o non ancora scoperte. La
grotta è molto grande, la visita dura quasi un paio d’ore, ma le
concrezioni, spettacolari per la quantità e la varietà, sono tutte
scure di licheni e muffe, dovute ai molti anni di esposizione al
pubblico. Solo un’ultima sala, la Grotta Bianca, è quasi perfetta
abbagliante nella sua ricchezza, dovrebbero chiuderla, è davvero
eccezionale.
La sala bianca (repertorio) |
Stalattiti eccentriche ( repetorio ) |
Nell’ultimo
chilometro, prima della Grotta Bianca, ci sono le misteriose
stalattiti eccentriche, sono piccole stalattiti che non crescono
verso il basso seguendo la caduta delle gocce secondo legge di
gravità. Crescono invece in tante direzioni, in diagonale ed
ognuna per conto suo, con curve e cambi di direzione. Come ciò sia
possibile non è ancora ben chiaro, eppure succede.
Ripartiamo poi per
andare a Metaponto, un paesino sullo Ionio , ex colonia greca già 4
secoli prima di Cristo. Appena arrivati facciamo una passeggiata
sulla spiaggia, sabbia bellissima grigio-marrone.
La spiaggia di Metaponto |
Poi visitiamo il Tempio di Era, i resti di un tempio greco di cui rimangono solo 15 colonne e parte del basamento, è quasi notte e una robusta cancellata circonda tutto il sito, (stavolta non ci sono brecce nella recinzione.…). Ma bastano le poche colonne stagliate contro il cielo per farci “sentire” l’equilibrio classico inconfondibile dell’antica Grecia, quella perfezione di rapporti che sfida i millenni perché è semplice e assoluta. Basta un frammento del grande Tempio che fu per esprimere il concetto di equilibrio, è la prova della grandezza dell’antica Grecia.
Il tempio di Era |
Torniamo nella
cittadina e visitiamo il museo archeologico nazionale di Metaponto.
Museo moderno che
presenta molti reperti dei Greci e poi dei Romani che provengono da
Metaponto e dall’interno.
Si è fatta notte e
cerchiamo invano un’area sosta o un campeggio a Metaponto,
riprendiamo la strada e arriviamo a Matera che è sera.
Fatichiamo un po’
a trovare un’area sosta, poi facciamo una passeggiata verso il
centro, ma Matera non ha un centro. Ha una zona alta, relativamente
nuova, dalla quale si vede la meraviglia di uno dei Sassi, il Sasso
Barisano, una conca di vecchie abitazioni con stradine e innumerevoli
scalinate che portano ovunque. Questa meraviglia, che con le luci
della notte sembra un presepe, ci appare all’improvviso,
semplicemente perché entriamo sotto un portico per ripararci dal
vento freddo !
Venerdì 28
Visitiamo Matera e camminiamo fino a notte su è giù per le tante
scalinate. E’ divertente notare che al mattino sono tante le
persone che vagano sperdute con la cartina in mano cercando di
orientarsi nella conca del Sasso Barisano; al pomeriggio più nessuno
ha la cartina in mano, o si sono orientati o ci hanno rinunciato !
In giro per la città
ci sono molte grandi opere di Dalì e nella chiesa Madonna delle
Virtù c’è una interessante mostra con molte opere dell’artista,
ambientata sapientemente nella chiesa rupestre. La visita ci impegna
piacevolmente per quasi due ore. Percorriamo anche il Sasso Caveoso
che si affaccia e si sviluppa affacciato al profondo vallone del
torrente, detto Canyon della Gravina. Pranziamo in un piccolo
ristorante le cui sale sono le cavità nel tufo (tufo svardato) tipiche di Matera.
A sera ripartiamo
verso San Mauro Forte , un paesino su un colle, interessante perché
di origini molto antiche, un tempo era totalmente fortificato e aveva
4 porte di accesso, ora è famoso per il record di ulivi dei suoi
dintorni. Fatichiamo molto per trovare pochi metri pianeggianti dove
sostare per la notte con il camper.
Sabato 29
Al mattino visitiamo il paese,
case fatiscenti ma mai dirute, stradine strette, scoscese e quasi
tutte solo pedonabili. Eppure sono molti i grandi palazzi signorili
tutti abbandonati e in stato di degrado. Strano paese, è come
Matera prima di diventare famosa, sarebbe da valorizzare, o meglio
sarebbe da abitare.
San Mauro Forte |
Qualche foto di paesaggio, bellissima la Basilicata |
Salendo verso Pietrapertosa c'è una zona con molto vischio |
Ripartiamo verso
Pietrapertosa, uno dei borghi più belli d’Italia. E’ un paesino
appollaiato su un colle sulle Dolomiti Lucane, a più di mille metri,
il comune più alto della Basilicata.
Dopo un veloce
spuntino partiamo alla ricerca delle vie ferrate.
Le ferrate sono due,
ma le indicazioni sono un po’ lacunose e alla fine ne faremo una
sola, metà in salita e metà in discesa. Il sole è caldo e la
pietra è molto speciale: una specie di arenaria tutta arrotondata e
molto chiara, sabbia grossa e sassolini, alcuni anche grandi. E’ da
tanto che non tocchiamo la pietra, ci voleva proprio! Il tepore che
emana la roccia, lo spazio vuoto intorno, il divertente gioco dei
gesti facili e sempre diversi dell’arrampicata, lo sforzo moderato
e graduabile e il tranquillizzante clak clak dei moschettoni. In
ogni momento ci si può fermare per guardarsi intorno e ammirare la
via percorsa e il paesaggio. La ferrata non dà le emozioni intense
dell’arrampicata libera, ma di certo è molto piacevole; ti porta
in alto e lontano senza nessun problema ed in tutta sicurezza.
Ma le giornate sono
corte e sappiamo che alle 17 sarà buio per cui arrivati quasi alla
base della via (eravamo in discesa) cerchiamo un sentiero per il
ritorno, ci aspetta una bella camminata in salita e già che ci siamo
saliamo ancora fino al visitare il castello normanno che sta quasi in
vetta sopra il paese. Torniamo al camper godendoci il tramonto che
accende di luci questo bellissimo paesino abbarbicato sulle
pareti delle cosiddette Dolomiti Lucane.
Pietrapertosa |
Sul sentiero verso le vie ferrate, sullo sfondo una parte di Castelmezzano |
e questo chi è? |
Il castello normanno sopre Pietrapertosa |
Torniamo che è buio, Pietrapertosa è sempre bellissima |
Domenica 30
Al
mattino ripartiamo in direzione di casa, si inizia con un lungo giro spettacolare intorno alla valle che divide Pietratertosa da Castelmezzano, altro borgo bellissimo , speculare a Pietrepertosa.
Incontriamo una vacca dell'antica razza Podolica.. e un cinghiale. |
Pietrapertosa vista dall'altro lato della valle |
E questo è Castelmezzano. |
Tra i due paesi esiste un lungo altissimo cavo, d'estate è possibile appendersi e scivolare nel vuoto attraversando la valle. Si chiama Il Volo dell'Angelo.
Ma il tempo è tiranno, tornando visitiamo di fretta Venosa e poi Jesi.
Dedichiamo invece mezza giornata per vedere una vera perla di livello mondiale: Le grotte di Frasassi!
Le foto nelle grotte sono quasi certamente delle grosse delusioni, le luci sono difficilissime e c'è sempre troppa roba.
Ho cercato di fare del mio meglio nei pochi momenti concessi dalla continuità della visita, spero che il risultato vi dia un'idea della stupefacente bellezza di questa grotta.
Le colonne nello sfondo sono alte tra i 10 e i 20 metri! |
Queste linee spezzate indicano una faglia! |
La sala delle candeline |
La goccia che cade.. |
Stalattite a vela |
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