Val Formazza

Val Formazza

È iniziato un nuovo periodo di caldo eccessivo, partiamo verso la Val Formazza, una zona che non conosciamo ancora.  

Sabato 9 agosto

Scopriamo una valle per molti aspetti straordinaria, forma l'estrema punta del Piemonte, fa parte della val d' Ossola un insieme di valli che confluiscono a Domodossola. Qui nasce il Toce, un torrente che riceve acqua da numerosi bacini anche a quote elevate. La valle è attraversata a metà dalla faglia che unisce l'Europa all'Africa, la Linea Insubrica. La parte sud, lo zoccolo africano, è fatta di serizzo, una roccia dura e compatta, la parte nord, la placca europea, è un miscuglio di rocce compresse e deformate dalla spinta africana. Delle molte vette che chiudono la vale alcune superano i 3000 metri, ci sono ghiacciai e molti laghi artificiali creati un secolo fa per produrre energia idroelettrica. È una valle molto turistica, con una rete di percorsi adatti a vari sport, e poi c'è la spettacolare cascata del Toce che, nutrita d'acqua  nelle ore opportune, attira molti turisti.

Inoltre, a rendere gradevole la valle, è l'assenza apparente di piante aliene. Sarà per la quota o perché non c'è mai stato qui un traffico commerciale,  comunque sia non ho visto ailanti o poligoni giapponesi e simili. Le piante aliene possono  rovinare gli ambienti vegetali, e anche i paesaggi.

Arriviamo a San Michele, frazione di Formazza a quota 1260. Negli ultimi chilometri, da Domodossola in su, la strada è stretta e non ci sono aree sosta per i camper. Qui invece c'è un inaspettato enorme parcheggio vuoto ,  ci sistemiamo a tre metri dal Toce che qui è un torrentino largo dieci metri, dalla portata certamente regolata.

Dopo cena facciamo una passeggiata lungo una rinomata (è una classica passeggiata tranquilla per chi ha cani o bambini) stradina tra i campi che porta a Fondovalle. I cani si comportano abbastanza bene, solo la piccola Monkey è un po' troppo esuberante con Brandy e tira come un trattore cingolato.


Domenica 10 agosto 

Saliamo lungo la valle che si fa più stretta e ripida, fino al parcheggio sopra la Cascata del Toce. La Cascata è in funzione in questo periodo dalle 10 alle 16, negli altri orari  l'acqua viene ridotta al minimo per non svuotare i laghi artificiali dai quali proviene.

La Cascata è spettacolare, non è a salto unico e si apre molto fino alla base dove ha una larghezza di più di cento metri,  il dislivello è di circa 160 metri.

Scendiamo fino alla base lungo un ripido sentiero laterale, all'ombra di un albero ci mangiamo un panino.

Qui intorno alla Cascata c'è molta gente in giro,  ma tutti sono in movimento e l'insieme è sopportabile.

 

 

 

 

Ripartiamo in camper fino all'ultimo paesino, Riale, e ancora oltre fino ad un'area sosta poco sotto la grande diga che chiude il lago Morasco.

Hic manebimus optimae. Qui staremo benissimo. Siamo vicini ad un torrentino con poco scorrimento, in un vasto pianoro circondato da ripidi versanti verdi di pascoli ed arbusti, protetti (?) dalla grande diga. Ad un chilometro abbiamo il piccolo villaggio di Riale con un bar e il pane fresco. In salvo dalla calura inquietante di questi giorni.

In questo grande spettacolare pianoro tra Riale e la diga c'è un enorme cumulo ricoperto da un telo bianchissimo, racchiude la neve dell'inverno passato, una scorta da riutilizzare nel prossimo inverno per fare le piste dello sci da fondo. Se l'avessimo detto ai nostri padri che si doveva conservare la neve tutta l'estate ci avrebbero presi per matti.

 

 

Lunedì 11 agosto 

Al risveglio scopriamo che alle 9 del mattino suona lungamente una sirena industriale che riempie la valle, è il segnale che verrà aumentata di molto la portata del torrente per alimentare la Cascata del Toce.

Oggi saliamo verso il lago Morasco, cento metri di dislivello e poi un lungo periplo intorno al lago, le montagne intorno si alzano spettacolari. Il lago è grande, ma mancano 7 od 8 metri d'acqua al suo massimo livello. È alimentato da numerosi ruscelli impetuosi che provengono da altri laghi o bacini imbriferi più in alto.

La roccia in tutta questa zona è un miscuglio quasi incredibile, quarzi, micascisti, colori gialli, neri, grigi, un caos minerale compresso frantumato e ripiegato che si spiega con la vicina faglia della linea Insubrica.

Siamo nelle Alpi Lepontine, sotto le creste più alte ci sono residui di ghiacciaio, le vette intorno si avvicinano e alcune superano i tremila metri.

Poche nuvole oggi, il sole è caldissimo, l'aria non è punto cristallina, c'è sempre vento: brezza di valle di giorno e brezza di monte la sera e la notte. Questa alternanza del vento significa bel tempo stabile, un argomento della lezione di meteorologia che avevo tenuto agli allievi del corso di roccia del CAI di Biella, forse 50 anni fa. Finito il giro del lago torniamo alla base, intanto è calata la portata del nostro piccolo Toce dietro al camper. 


Con una passeggiata di un chilometro nel pianoro, dove ci sono centinaia di formicai di formica rufa, raggiungiamo il bar-albergo di Riale per goderci una buona birra e dell'ottima musica degli anni 70 e 80.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Questa

 

 

 

 

 

 

 

Compriamo pane fresco e formaggio, non c'è altro. Strada facendo, in un ruscello, vediamo un airone cinerino in caccia di non so cosa, non ho ancora visto né pesci né rane.

Sono tanti i camper che stazionano ben distanziati in questa grande area, e forse ci sono più cani che persone, un fatto che limita abbastanza i contatti sociali. Generalmente la distanza di un contatto sociale si limita al doppio di un guinzaglio. Cosi come sono numerosi i cani sono pochi i bambini.


Martedì 12 agosto 

Sveglia alle 6, la piccola Monkey non sta più nella pelle stamattina, nella fretta di prepararmi per farla uscire mi procuro un acciacco alla schiena che mi tiene a letto fino alle 8:30, poi un antidolorifico mi permette di camminare. Oggi abbiamo in programma una gita impegnativa. Partiamo alle 9, saliamo per scorciatoie ripide e polverosissime, ma con splendidi panorami sulla valle, fino al rifugio Maria Luisa,  poi ai laghi  Castel e Toggia, laghi artificiali. Il lago Castel è quasi vuoto, forse per manutenzione, su un isolotto di fango c'è un airone cinerino in vedetta. Il lago Toggia è basso di diversi metri, ma è comunque molto bello, con pesci, si può pescare, e ha un'acqua blu spettacolare. Guardando in alto c'è una lunga cresta affilata, ghiaioni, e piccoli residui di ghiacciaio. Il tratto più bello è il sentiero tra un lago e l'altro, si incontrano piccoli laghetti e pozze quasi a secco, in alcuni ci sono i piumini. Osservo nelle pozze se ci sono rane, ma non ce n'è traccia, temo che l'airone di cui sopra le abbia predate tutte.  Una piccola mandria pascola libera, c'è anche una strana struttura, è una stazione di mungitura automatica! Su questa specie di altopiano si cammina quasi sempre su strade difficili ma percorribili da camion e jeep. 

Scendiamo per la stessa strada di salita, scorciatoie comprese, la polvere che si leva ad ogni passo è impressionante. La piccola Monkey, pur al guinzaglio, ha tirato tutto il tempo, ma ora è stanca soprattutto per il caldo. Si precipita in ogni minima zona d'ombra. Impietositi, ogni tanto la prendiamo in braccio.

Comunque oggi abbiamo fatto più di 500 metri di salita e discesa e circa 17-18 km, il doppio di ieri.

 

 

Questi tornanti impressionanti sono di una strada che portava da Riale fino ad un colle e alla Svizzera. Ora è stata abbandonata, ma è usatissima dagli sportivi, pedoni e ciclisti.
Tubi or not tubi? Tubi! I tubi servono per distribuire le acque da un bacino artificiale agli altri, per poter sfruttare più volte l'energia potenziale e trasformarla in elettricità.

 

La diga del lago Castel

 

 

 

Rifugio Maria Luisa
Lago Castel , 2224 slm

 

 

Un airone cinerino sta in agguato in attesa dei pochi pesci rimasti.
La diga che chiude il lago Castel è pedonabile. Oltre la diga un sentiero secondario percorre un interessante pianoro e giungiamo al lago Toggia

 


 

 

Nel grande pianoro d'un tratto compare questa stazione di mungitura automatica.
Finalmente qualche laghetto naturale,  anche se sono tutti in carenza d'acqua.

 

 

 

Lago Toggia , quota 2191 m.

 

 

 

 

 

 

La piccola Monkey non sopporta il sole caldo, corre brevi tratti del sentiero scosceso per tuffarsi nella minima ombra.
Per qualche tratto ho provato a prederla in spalla, con nostra sorpresa ci stava senza protestare.

Mercoledì 13 agosto 

Giornata di riposo, cura del camper poi scendiamo a Riale, visita dello spettacolare oratorio dedicato a sant'Anna,  eretto nel 51 dalla Società Edison al posto di uno sommerso dal serbatoio del Morasco. Pensiamo di stare qui fin dopo il quindici, ma la dispensa è quasi vuota, e qui vendono solo pane, formaggi e salumi. Il negozio più vicino dista qualche km ed è a valle della Cascata del Toce. Facciamo spesa col poco che c'è ed io mi studio le erbe commestibili dei dintorni. Vicino al camper, in un tratto non battuto, vedo le impronte di un grosso ungulato, sapremo poi che ci sono i cervi.

 

  

 

Dall'oratorio sant'Anna vista verso valle, il gruppo di case di Riale, la parte alta.
Dall'Oratorio sant'Anna vista verso la diga Morasco, si nota a sinistra l'enorme cumulo, riserva di neve coperta da teli bianchi.

 

 

 

 

Giovedì 14 agosto 

Con tutta calma partiamo per un'altra escursione. 

Dopo un po' incontriamo una coppia, miei coetanei, con un bambino. Stringiamo amicizia e completiamo insieme tutto il percorso fino all'alpe Nefelgiu, 2060 metri, e ritorno. Loro sono della zona e ci danno mole ed interessanti informazioni su queste montagne e sulla costruzione della diga del lago Morasco, un immane lavoro che impiegò migliaia di operai negli anni 30 e seguenti.

Durante il ritorno comincia a piovere, di fretta Barbara ed io torniamo zuppi al camper, loro si fermano al rifugio Bim se,vicino alla diga, ad aspettare una navetta che li riportera' a Riale. Vista la penuria della nostra dispensa, proviamo a telefonare per cenare al rifugio Bim se, che è qui a 15 minuti, ma è al completo. 

Intanto ho scoperto che le "Lavazze", grandi foglie che crescono numerose nelle zone umide vicino alle baite, sono commestibili, sia crude che cotte. È il Rabarbaro alpino (Rumex alpinus). Potremmo cuocerlo come si fa con gli spinaci, ma Barbara si oppone con forza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Venerdì 15 agosto 

Giornata di riposo anche perché Barbara deve gestire affari di casa e andando a camminare si perde connessione. Inoltre già da ieri c'è penuria di energia, il frigo non funziona, il pannello sul tetto carica poco, i telefoni si scaricano in fretta, meno male che abbiamo un dispositivo a pannello solare apposta per android e iPhone. Piccola camminata al mattino e poi stiamo in camper, sole e vento forti. Andiamo a cena in un ristorante un po' fighetto,  a Riale. Domani ci converrà scendere a fare spesa, a Domodossola sono previsti 37 gradi max. Potremmo tornare qui...

 

I tetti sono di pietra, il Serizzo che proviene dalla bassa valle. Devono avere un peso enorme, le lastre sono posate in orizzontale con molta sovrapposizione.

 

Sabato 16 agosto 

Sono arrivati molti camper, siamo a corto di cibi ed energia, scendiamo fino a Ponte in un fantomatico supermercato (Margherita Conad, un piccolo alimentari).

Torniamo subito su alla solita area sosta. Oggi c'è molta gente in giro, chi corre, chi pedala, chi passeggia, giovanotti in gruppo coperti di tatuaggi vestiti e attrezzati da esploratori dell'impossibile si aggirano baldanzosi su strade sterrate adatte ai bambini. Conta solo l'apparenza? 

Altri con i cani che tirano camminano rincorrendo il baricentro come affetti dal Parkinson, e tra questi a volte ci siamo anche noi.

Mangiamo presto pensando di salire all'alpe Bettelmatt, dove fanno un famoso formaggio, ma il tempo peggiora e stiamo in camper aspettando la pioggia. L'alpe Bettelmatt deve essere molto bella, con le vacche pezzate rosse come le nostre. Il formaggio, che ha lo stesso nome, è rinomatissimo, venduto a peso d'oro a Milano, copiato da molti caseifici. Ne abbiamo assaggiato un facsimile acquistato quassù, ci è parso banale, a metà tra toma e fontina. Personalmente non credo sia diverso da altri, ma è fatto in un alpeggio ricco di storia, l'ultimo alpeggio italiano prima della Svizzera. Mi sovviene Abraracourcix, il pescivendolo di Asterix, che magnificava la bontà dei suoi pesci dicendo che arrivavano da Lutezia, ossia Parigi.

Verso le 14:30 le previsioni migliorano,  c'è il sole ma anche vento fresco, partiamo per fare due passi e in pratica rifacciamo il periplo del lago Morasco. Passiamo dal rifugio Bim se, quello sotto la diga,  e prenotiamo la cena per domani sera. Torniamo al camper, verso le 21 fa un piccolo temporale. Abbiamo sempre penuria di energia elettrica, centelliniamo le luci e il frigo.

 

 

La centrale Moresco, sulla sponda del lago omonimo, riceve l'acqua dal lago dei Sabbioni, centinaia di metri più su. L'acqua arriva da una condotta che attraversa in tunnel una montagna e poi scende sul ripido fianco, coperta da lastroni di cemento. Nella foto se ne vede una parte. Un'opera impressionante.

Domenica 17 agosto 

Oggi fa bello e non fa tanto caldo come una settimana fa. Partiamo alle 9:30 verso l'alpe Battelmatt, molta gente che sale ma poi si diramano verso altre destinazioni. L'alpe è un posto fantastico, un pianoro racchiuso da ripidi pendii sempre più nudi, sul fondo scorre un ruscello di acqua cristallina, ricorda molto l'alpe Prato in val Sorba, ma è tre volte più grande. Inoltre poco più su si apre un secondo pianoro anch'esso ricco di acque. Salendo si arriva al colle  Gries, inizia la Svizzera.

Ma noi continuiamo verso sinistra, una lunga salita ripida, almeno 400 metri continui di dislivello, ci porta al rifugio Busto, 2480 m.

È un posto spettacolare, verso il basso si vede una forra impressionante e una parte del lago Morasco, in lontananza e alla nostra altezza la diga del grande lago Sabbioni e il rifugio Mores, più lontano il ghiacciaio del Siedel, più a destra il Pian dei Camosci. Mangiamo il poco che abbiamo e ci concediamo un caffè. Torniamo per la stessa via, il sentiero più diretto verso il lago Morasco è un po' pericoloso (e il tempo sarebbe uguale) e noi con la cucciola che è stanca dobbiamo essere prudenti. Ripassiamo quindi molto volentieri dal valore dell'alpe Bettelmatt. Prima delle 16 siamo di ritorno al camper. 

Oggi abbiamo camminato per circa 6 ore, 17 km e più di 800 metri di salita e discesa. La cucciola Monkey, che ha 4 mesi e mezzo, ha patito più il caldo che altro. Gita e posti bellissimi.

Un paio d' ore di riposo poi pulizia del camper e andiamo a cena al rifugio Bim se, a 15 minuti. Piatto tipico: polenta concia, servita in una scodella di coccio, caldissima, polenta con pezzetti di formaggio, in prevalenza gorgonzola e sopra fette di lardo.

 

La diga Morasco che ci protegge anche la notte è lunga più di 500 metri.
Scendendo dal rifugio Bim se verso Riale.

 

Sorbo degli uccellatori
 Brandy
Monkey 
Pieghe della roccia, dovute forse alle pressioni della faglia 

 

Molto frequente questa pietra quasi nera, sembra ardesia e contiene numerosi cristalli neri e cubici

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

Stelle alpine al rifugio Busto

 

 

  

 

 

 

 

Quello che sembra neve è uno strato di calcare bianco!

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

Lunedì 18 agosto 

Partiamo presto verso casa, ci fermiamo solo a Baceno per vedere la chiesa monumentale di san Gaudenzio.

 

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