Ferie 2020 Abruzzo

Ferie 2020

Partiamo alle 12 di giovedì 6 ago alla volta dell'Abruzzo.

Arriviamo alle 21 a Civitella del Tronto: Wiki.  Cena in pizzeria. Civitella è citato tra i borghi più belli d'Italia. E' posto un'alta collina appena sotto ad una enorme fortezza medievale, di grande importanza storica e militare: Wiki.

Al mattino saliamo in visita al paese e alla fortezza, interamente restaurata negli anni 60 e 70. Anche la vista intorno è magnifica, svettano vicine due montagne dette gemelle. Il paese è davvero bello, tra l'altro c'e' la Ruetta, la viuzza più stretta di Italia. Poi c'è anche una parete di arrampicata sullo strapiombo sotto la fortezza. Per il pranzo spostiamo il camper in un posto all'ombra, c'è vento e si sta bene. Più tardi andiamo alla Grotta dell'Angelo, che però è chiusa, e a camminare nelle gole del Salinello, un rio che scorre tra le due montagne gemelle ed ha inciso una stretta, e fresca, gola. Qui una cascata di almeno trenta metri ha scavato una enorme marmitta dei giganti, purtroppo difficile da fotografare.

Tornati al camper partiamo verso Atri : Wiki, per visitare anche i suoi caratteristici  calanchi. Passiamo da Teramo, arriviamo ad Atri dopo le 20, strada facendo vediamo un vallone con i calanchi con i colori del tramonto.

 

La fortezza e Civitella





Sabato 8

Dopo una notte tranquilla ad Atri visitiamo il centro della bella cittadina che sta su un alto colle, cinta da mura. Grande e notevole il duomo, in origine del 1200, ora ben restaurato. Nella piazza antistante abbiamo fatto colazione con due brioches gigantesche. Da un belvedere a nord c'è una vista amplissima sulle campagne intorno. Andiamo poi a visitare i calanchi, un sito gologico interessante gestito dal WWF. Facciamo il giro completo confidando nella clemenza del tempo nuvoloso, ma dopo mezz'ora esce un sole cocente, si scende nel vallone per almeno trecento metri, poi si risale, sempre su una strada bianca. Fa un caldo tremendo, Barbara, tutta arrossata, prende un ramo di ailanto e mi chiede se è liquirizia, siamo ben messi, ho pensato! Poi ho scoperto che nei calanchi, tra i pochi vegetali presenti, c'è davvero la liquirizia.

I calanchi sono spettacolari, ce ne sono molti nella zona. Sono degli spessi strati di marna quasi bianca che le piogge sciolgono sempre di più. Siamo solo noi, oggi, a fare il giro completo. Arrivati finalmente al camper prepariamo una insalata e poco altro, abbiamo spostato il mezzo all'ombra vicino ad una recinzione. Dopo un po' lo sposto avanti di due metri per ingombrare meno la strada, ma l'oblò del bagno era aperto e impatta con una colonnina e si stacca. Accidenti! Lo rimettiamo a posto ma per ora dovrà stare chiuso. Cerchiamo, a fatica, un'area camper per cambiare l'acqua. In direzione del Gran Sasso troviamo un'area sosta a Castelli, un posto remotissimo, anche se è un paese famoso per le ceramiche e le maioliche. L'area camper è in una frazione ancora più remota, con dislivelli fortissimi. Arriviamo e scopriamo che il posto è abbandonato da tempo. Cambiamo obiettivo, puntiamo a Campo Imperatore, dall'altra parte del Gran Sasso. Per fortuna c è la autostrada che passa sotto il massiccio del Gran Sasso, un traforo di dieci km.

All'uscita del traforo, ad Assergi, saliamo alla partenza della funivia che porta a Campo Imperatore, ma il campeggio che cercavamo è chiuso !

Ci fermiamo in un enorme piazzale dove ci sono altri camper. Attiviamo lo stato di emergenza idrica, abbiamo poca acqua, e non ci sono fontane qui. Domani vedremo. E' carente in questa zona il servizio per i camper, campeggi chiusi, aree sosta mal segnalate, e poche.

Un vento fortissimo scuote il camper, ma prima di mezzanotte cesserà del tutto. Non c'è la luna e il cielo è pieno di stelle, si vede bene la Via Lattea. In cinque minuti vedo tre o quattro stelle cadenti, è quasi san Lorenzo.


 




Domenica 9 ago

Dall'ampio piazzale della partenza delle funivie di Assergi scendiamo per visitare l'Aquila. La città e ancora mal messa dopo 11 anni dal terremoto. Molti palazzi sono rinforzati da grosse impalcature esterne, molte viuzze sono chiuse, con tutte le case rinforzate. Ma ci sono anche tante gru, alcune in movimento anche se è domenica. Numerosi, ma non eccessivi, i turisti. Visitiamo la cattedrale ed altre chiese, quasi tutte ripristinate. Poi, con una notevole scarpinata, visitiamo la famosa Fontana delle 99 Cannelle : Wiki alimentata da una unica potente sorgente. Poi, lì vicino, il museo nazionale d'Abruzzo qui trasferito dopo il terremoto. Ma è deludente, ci sono solo tele e pochi reperti pre romanici, nulla che parli di preistoria o del territorio. 

 L'Aquila

Tornando verso  Assergi visitiamo ancora la notevole Basilica di santa Maria di Collemaggio : Wiki. Alla partenza della funivia ci informiamo degli orari, per domani. E' tardo pomeriggio... ci pensiamo un po' poi decidiamo di salire. Da quota 1000 e poco più saliamo a Campo Imperatore: Wiki , dove c'è l'osservatorio astronomico a quota 2100 e più. Per arrivarci si attraversa un vastissimo altopiano di colline arrotondate, chiuso in lontananza da alte montagne, una grande prateria brucata da poche mandrie di mucche, cavalli e greggi di pecore. Un ambiente davvero vasto, la strada serpeggia in salita e discesa, sembra di essere entrati in una regione a parte che ricorda gli altipiani del Tibet. Intanto è l'ora del tramonto, troviamo con un po' di fortuna un eccellente posto per il camper vicino all'Osservatorio Astronomico e all'albergo ora dismesso.  Davanti a noi c'è, lontano, la vetta del Gran Sasso a tratti velata da qualche nuvola, la più alta montagna degli Appennini, 2912 metri. A occidente c'è ancora il rosso del tramonto e in cielo ci sono già le prime stelle. Ceniamo e poi prepariamo lo zaino per domani, il tempo è bello, saliremo in vetta.


 
Lunedì 10 ago

Ci svegliamo anzitempo perchè ieri sera nel trambusto dei preparativi ho lasciato aperti gli scuri di un oblò e il mattino è chiarissimo. Facciamo colazione e si parte, sono le 8:15, non fa freddo. Il sentiero inizia a fianco dell'osservatorio astronomico, ed è già affollato, gruppetti chiacchierini che ci superano e che poi riprendiamo più avanti. Man mano che si sale si aprono nuovi panorami, vastissimi, tutto il campionario dei colori dolomitici, in alcuni tratti pianeggianti ci sono molte piccole doline, sembrano antichi createri fatti dagli asteroidi. Il terreno, fatto da terra e frammenti di pietra, è  coperto dalle tipiche erbe che amano il calcare. I pochi sentieri sono solchi bianchi nel verde. E' apprezzabile il fatto che i moltissimi escursionisti non escano dal sentiero, basta passare un paio di volte e già si lascia una ferita difficile da guarire, un ambiente molto delicato.

Tratti in traverso, poi in discesa, poi in forte salita ci portano ad un colle e arriviamo al versante nord. Più in basso rispetto al sentiero ci sono tre camosci che brucano le poche erbe. Un signore sta spiegando alla moglie e ad amici i nomi e i luoghi intorno, per noi è tutto sconosciuto e ci uniamo all'ascolto. Fatta una superficiale conoscenza ci invitano a salire con loro non lungo la via normale, ma per per la cresta ovest. Barbara è un po' titubante, ma il tipo le assicura che non c'è mai il vuoto intorno. E lei si fa convincere.

Io non ce l'avrei mai fatta a convincerla - nemo propheta in patria - . Detto fatto dopo 10 minuti siamo in cresta. Ma loro sono in 4 e vanno più piano, li rivedremo in cima. La cresta ovest è sicuramente molto bella, un"ora buona di solide roccette. Tutta sul filo di cresta da salire un po' con le mani, qualche punto dove stare particolarmente attenti. E poi sono in pochi a farla, mentre la via normale sembra un formicaio. Arriviamo in punta poco prima delle 11:30, c"è un sacco di gente, ci fermiamo poco. Da qui la vista è molto ampia, vicine ci sono le punte secondarie del Gran Sasso, decisamente alpinistiche, e creste difficili. Ovviamente scendiamo per la via normale, c'è un sacco di gente che sale e che scende, per un lungo tratto il terreno è abbastanza difficile, molto ripido e tutti vanno piano, facce affaticate che salgono, facce preoccupate che scendono. Per una buona mezz'ora sembra di essere in un girone dantesco, in mezzo ad una moltitudine di dannati condannati a salire e scendere per sempre sulle puntute e scivolose scaglie di calcare, ora fisse ora sguscianti, senza mai un appoggio sicuro. Quale sarà stato il peccato per il quale siamo qui? Comunque io non mi trovo male su questo terreno, dove c'è da giocare di equilibrio mi diverto anche un po'.

Continua a fare caldo per queste quote, arriviamo al primo bivio e decidiamo di allungare un poco il giro andando fino al rifugio Duca degli Abruzzi, con un sentiero vicino ad una cresta, poco dislivello. Il rifugio è sotto l'assedio della folla, sono moltissimi quelli che salgono in funivia fino a Campo Imperatore poi fanno a piedi solo quest'ultimo tratto, ma qui i gestori sono ben organizzati, riescono a servire tutti; è interessante la coda in doppia fila: a destra chi va ai bagni a sinistra chi va al bar. Nonostante la folla è abbastanza rispettato il distanziamento per via del Covid 19.

Torniamo al camper verso le 15:30,  gran bel giro! Decidiamo di dormire un' altra volta quassù. Prima di addormentarci, dalla'oblò sopra il letto, vediamo ancora un paio di stelle cadenti.

Nota: per un malaedtto virus sono andate perse tutte le foto della salita fatte con la fotocamera, rimangono le poche fatte con i telefoni.

La vetta del Gran Sasso, ancora lontana

Siamo all'inizio della bella cresta ovest

Siamo già più alti del Sasso Piccolo, in basso la traccia della via normale.

La vetta è affollata

 


Martedì 11 ago

Dopo una fresca notte vicino all'osservatorio astronomico scendiamo lungo lo sconfinato Campo Imperatore, scoprendo ancora altri pianori, con armenti e greggi, sempre più lontano svetta ancora la doppia cima del Gran Sasso e la sua lunga Cresta Ovest che abbiamo fatto ieri. Man mano che si scende, oltre alla pastorizia appare, seppur minimale, l'agricoltura. In qualche avvallamento ci sono prati o singoli campi coltivati, ovunque si conservi un po' di umidità gli agricoltori l'hanno messa a frutto, anche accatastando i sassi di calcare in mucchi tondeggianti.

Poi, arrivati ai 1200 metri circa, appare il primo paesino, siamo ai margini del massiccio del Gran Sasso. Andiamo a visitare Rocca Calascio : Wiki, i ruderi di una fortificazione medievale raggiungibili a piedi con una polverosa salita di cento metri di dislivello. Il posto è decisamente bello, dominante e suggestivo. Ma, a parere mio, i pochi ruderi non valgono lo sforzo della salita, sennonché ci hanno girato poche inquadrature di alcuni film famosi e tanto basta per attrarre frotte di turisti.

Puntiamo poi ad una nuova meta: la grotta di Stiffe: Wiki .

Dopo un viaggio un po' lungo arriviamo alla biglietteria dove gentilmente ci dicono che occorreva prenotare, perdiamo un paio d'ore cercando il posto per accudire al camper, ma per la terza volta in questi giorni siamo delusi dalla grande inefficienza di questi servizi in Abruzzo, veramente sconsolante.

Dopo un'altra ora di viaggio arriviamo a Sulmona e ci sistemiamo in un'area camper del Parco Fluviale, nome decisamente usurpato.

Per fortuna il centro è a due passi, Sulmona non può che essere interessante, anche se qui devono avere qualche problema con i generi,  c'e' anche una via che si chiama Lapasseri ;-) . (O forse Iapasseri.)

Ceniamo fuori, nella via centrale di fronte all'acquedotto.

Mercoledi 12 ago

Al mattino visitiamo Sulmona: Wiki, cittadina molto bella e vibrante di vita, (zona 1 di sismicità), richiama da sempre molti turisti, specialmente dal veneto.  Sulmona, non c'è da stupirsi se proprio in centro arriva un acquedotto e da una fonte sgorga un'acqua freschissima. Nel centro moltissime chiese e palazzi, antichi e meno per via delle distruzioni dovute ai violenti terremoti dei secoli passati. Ci è piaciuto molto il mercato, ancora semplice e autentico.

Ma il caldo oggi è pesante e dopo pranzo puntiamo verso l'alto. Da Sulmona risaliamo le gole del fiume Sagittario ( qui in Abruzzo qualunque rigagnolo viene chiamato 'fiume') fino al lago di Scanno: Wiki. Un parco naturale gestito dal WWF, un ambiente davvero rappresentativo della natura dell'Abruzzo. Il lago è abbastanza grande e bello forte, peccato ci sia molto turismo, dicono che il lago sia fatto a forma di cuore, ma visto sulla cartina al massimo può sembrare un rene.

Comunque, tanto per restare in forma, appena arrivati facciamo a piedi il giro del lago, almeno un'ora e mezza, poi un bel bagno rinfrescante. Dormiamo in riva al lago.


Giovedì 13 ago

La giornata è di nuovo molto calda, decidiamo di rimanere in alto, andiamo a visitare Villalago e poi Scanno, paesini di montagna vicini al lago. A Scanno lasciamo il camper e prendiamo uno dei tanti sentieri, risaliamo in parte il tracciato della seggiovia usata d'inverno per lo sci, poi pieghiamo a destra, un piccolo sentiero sale ripido a lungo in un bellissimo bosco di faggi, più' luminoso dei nostri faggeti, il silenzio è totale, mi ricorda i boschi in Croazia, boschi da orsi. Dopo un lungo traverso arriviamo ad un punto panoramico dal quale, effettivamente, il lago di Scanno appare all'incirca a forma di cuore. Visitiamo anche l"Eremo di sant'Egidio, poi scendiamo a Scanno. Un gran bel giro. Alla'eremo c'era una fonte con un'acqua fresca e buonissima, qui in zona Sulmona l'acqua è sempre eccezionale, ogni volta ne bevo grandi e ghiotte sorsate. Arrivati al camper però fa ancora un caldo eccessivo, scendiamo di nuovo al lago, il posto di ieri è sempre libero, facciamo un altro bagno vivificante. A sera ceniamo un un hotel sul lago, vicino al torrentello immissario.  Torniamo al camper per la notte, mi sdraio su un grande parapetto di legno per guardare il cielo stellato, l'Orsa Maggiore è sempre lì e continua ad indicare la Stella Polare. Con il binocolo cerco ancora una volta, sotto il grande carro, la cometa Neowise, ma è ormai infinitamente lontana, non la vedremo mai più.  Torno a guardare il cielo, una  sciabolata attraversa il cielo e si spegne, una grande stella cadente.

Nota: dal mese di maggio in poi, a Villalago dove siamo passati, un'orsa  compare ogni tanto seguita da ben quattro cuccioli.  Una cucciolata da recod, perlomeno europeo.


Venerdì 14 ago

Dopo una fresca notte vicino al lago, partiamo presto per visitare Anversa degli Abruzzi : Wiki , bel paesello abbarbicato su un colle. Qui vicino c"e Cocullo : Wiki, altro paesino famoso per la festa del primo maggio, quando la statua della Madonna viene portata in processione addobbata da molti serpenti vivi, la cerimonia è antichissima e mischia riti pagani e cristiani. Da Anversa scendiamo una lunga scalinata che ci porta alle sorgenti del Cavuto. La giornata è di nuovo molto calda, ma siamo nel fondo delle gole del Sagittario e qui si sta bene. Le sorgenti ci lasciano stupiti per la grande quantità di acqua che sgorga, ci sono anche degli edifici un po' nascosti che di certo captano molta acqua per gli usi umani, ma rimangono numerose e copiose polle di acqua purissima, con piante acquatiche e pesci. Tutto l'insieme delle gole del Sagittario è gestito dal WWF, da qui partono diversi sentieri sia a scendere che a salire, noi scegliamo il giro completo, circa tre ore e trecento metri si dislivello, si chiama Percorso Geologico e ci sono opportuni pannelli illustrativi. Ci porterà fino al paesino do Castrovalva, un incredibile nido d'aquile su una crestina di roccia. Il percorso di ritorno è nel vallone opposto, quasi tutto nel bosco, con qualche aereo belvedere. Si arriva di nuovo alle sorgenti del Cavuto. Risaliamo fino al camper e scopriamo che è in ombra, una vera fortuna. Qui la mappa del percorso : Wiki

Visto il caldo che non molla puntiamo verso Alba Fucens : Wiki , la perla archeologica d'Abruzzo, che è in alto. Strada facendo andiamo a visitare Pescina : Wiki, famosa anche per aver dato i natali allo scrittore Ignazio Silone. Girando per le stradine d Pescina incontriamo un signore che ci invita a vedere la sua cantina, tipica di questi paesi. Non manca il prosciutto appeso a stagionare, il tornio uguale a quello di casa mia di tanti anni fa, le botti vecchie e le cisterne d'acciaio nuove, e tanti piccoli  arnesi di mestieri di attività scomparse, tutto è occasione di cordiali scambi d'informazioni e commenti interessanti. Pochi minuti intensi e ci salutiamo pronunciando i nostri nomi e, in barba alla pandemia, con una calorosa stretta di mano. Al tramonto arriviamo ad Alba Fucens. Su una collina articolata che domina sia la pianura che le vicine montagne ci sono i resti di una cittadina romana e c'è un grande anfiteatro perfettamente conservato. Prima di diventare colonia romana la zona di Alba Fucens era aitata dagli Equi, un forte popolo che resistette lungamente alle armi romane, prima di soccombere. E' un posto spettacolare, ma il pensiero che sia tato teatro di un probabile genocidio non è piacevole. Roma avrà fatto grandi cose, ma di certo ha cancellato tante piccole civiltà. Ma la storia la scrivono i vincitori...

Cena in pizzeria, dormiremo qui, a mille metri di quota, e al fresco.

 

Sabato 15 ago

Dopo una fresca notte ad Alba Fucens ripartiamo verso nord in direzione L'Aquila attraverso il parco naturale Sirente Velino, un grande altopiano con belle montagne. Posti meravigliosi sfruttati d'inverno dagli sciatori. Il calcare delle montagne è molto bianco, a tratti bellissimo. Oggi è ferragosto e c'è molta gente in giro, a Ovindoli non troviamo posto, e neppure a Rocca di Mezzo, ci fermiamo poco oltre un colle in direzione del monte Sirente, all'ombra sotto i faggi. Oggi ci concediamo un po' di relax, faccio solo una breve passeggiata risalendo il bosco di faggi, incontro un rapace, scopro nel terreno un nido di vespe saccheggiato da qualche animale, ci sono i favi divelti ma non credo da un orso. Torno a camper con qualche sasso particolarmente bianco, arrotondato dalla rapida consunzione. Questi sassi sono immersi nel terreno bruno scuro del sottobosco, un contrasto che stupisce.  A cento metri da noi in una radura molti indigeni festeggiano il ferragosto con una grande grigliata comune, ogni tanto passano vicino a noi dei ragazzi con legna raccolta nel bosco, parlano in dialetto.

Nel tardo pomeriggio andiamo a visitare Rocca di Mezzo : Wiki, ci sono i negozi aperti e molti turisti.

Saliamo al borgo successivo, Rocca di Cambio : Wiki, a più di 1400 metri. Dopo cena facciamo un giro per il paese, arrampicandoci sule belle viuzze fino alla chiesa Collegiata di san Pietro, al culmine del paese, qui chi vuole andare in chiesa deve essere in buona forma fisica. Il paesello è davvero gradevole, con attività varie tutto l'anno, anche d'inverno per lo sci,  stasera c'è una tombolata in piazza. Anche questa notte dormiremo bene.

 

Domenica 16 ago

Siamo a Rocca di Cambio, nel parco naturale del Velino e Sirente : Wiki,  visitiamo il piccolo ma interessante Museo del Lupo. Ci sono anche pannelli illustrano l'eccezzionale ritrovamento di impronte di dinosauri  su una parete di calcare sopra il paese, mi piacerebbe saperne di più, ma il tempo è sempre tiranno.

Ripartiamo ora verso la grotta di Stiffe : Wiki. Il navigatore ci fa una serie di scherzi facendoci fare dei giri inutili e su stradine impossibili. Per due volte almeno incrociamo persone con la MTB, il casco e tutti gli accessori annessi che ci guardano stupiti e si domandano cosa ci fa un camper sui loro percorsi !

Ma alla fine arriviamo in tempo alla grotta, alle 13:30 come da prenotazione. Per entrare, in gruppi da 15-20 persone, occorre la mascherina e pure i guanti, inoltre veniamo dotati anche di un casco. La grotta segue un torrente che sgorga quasi 1 km all'interno, un caso unico in Italia. Al fondo della grotta c'è una cascata, oltre quel punto gli speleo, superando un sifone, hanno proseguito per 2,5 km, difficili e anche pericolosi. Il bacino originario da cui nasce questo torrente si pensa che sia a sei km da qui.
Per la presenza del torrente la conformazione di questa grotta mi ha ricordato, a parte le dimensioni, la grotta di Postumia in Slovenia.

Dopo la visita alla grotta siamo andati a L'Aquila e abbiamo dedicato il pomeriggio alla pulizia del camper e fatto il bucato grazie ad una lavanderia a gettoni che è stato difficile trovare in questa città ubiquitaria: là qui là.

Puntiamo poi al lago di Campotosto : Wiki, su di nuovo su un altro altopiano, dormiremo in un posteggio per camper poco prima del piccolissimo borgo omonimo.


Lunedì  17 ago

Il lago artificiale di Campotosto è forse il più grande d'Europa. E' fatto grossomodo come uno stretto ferro di cavallo. A dividere i due bracci c'è un alto promontorio con il monte Mascioni, metri 1595. Ci siamo saliti seguendo un sentiero segnato, un terreno molto bello, poca vegetazione lasciata dai cavalli che ci hanno pascolato fino a qualche settimana fa. La roccia sottostante è arenaria che si sfalda in vari modi, lasciando supporre una stratificazione specifica, codificata. Anche i fiori sono particolari, tutto interessante perchè questo è un posto dove non va quasi nessuno, non ancora imbastardito dalla mano dell'uomo. Camminiamo per circa dieci chilometri, e trecento metri di dislivello. Intorno c'è una vista molto ampia, compreso il Gran Sasso con la sua bella cresta ovest.

Incontriamo una famiglia di veronesi che sta facendo, con il supporto del camper, il nuovo trekking chiamato il Cammino delle Terre Mutate, tracciato di recente dopo i terremoti che hanno fatto gravi danni a L'Aquila (2009) e ad Amatrice (2016). Pochi giorni fa sono passati da Amatrice che è vicina, dicono che non si entra, è distrutta.

Tornati al camper ci fermiamo in un posto all'ombra dei faggi per fare la doccia e ripartiamo verso casa. Sempre in cerca di frescura saliamo al monte Conero, ceniamo ottimamente in un pub lungo la strada che sale.


Martedì 18 ago


Torniamo a casa.



 


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