155-Francigena: SanGermano-Vercelli 18/10/9
18/10/9
Via Francigena
Anche questa volta abbiamo approfittato della ferrovia lasciando l'auto a San Germano e facendovi ritorno da Vercelli in treno. Tutto il tragitto è in mezzo alla campagna, risaie enormi, non è certo il posto per chi soffre di agorafobia (la paura dei grandi spazi). Si incontrano enormi cascine, quasi dei paesi, alcune hanno anche la chiesetta incorporata e sono chiuse da una cinta di mura, come fossero dei castelli orizzontali. Ci sono poi delle grandi rogge con l'acqua bella e popolate da molti pesci. Un grosso cavedano era rimasto intrappolato in un chiusino, sotto la strada, gli abbiamo creato una via di fuga, chissà se ce l'ha fatta a fuggire?. E poi corvi, anatre, una biscia d'acqua... insomma stando lontani dai paesi un po' di vita c'è ancora anche se, bisogna dirlo, la coltivazione del riso è molto penalizzante per la fauna, gli argini non ammettono piante nè arbusti e gli animali non hanno l' habitat per riprodursi; le pesanti disinfestazioni per favorire il riso fanno il resto. Nonostante tutto dai colori della terra dalle grandi dimensioni dei campi, dei fossi, dei giunchi, delle cascine e finanche delle zolle lavorate da grandi trattori scaturisce una forza vitale che ti fa sentire piccolo e, non so il perchè, ti fa sentire il Tempo, gli anni, il ciclo delle stagioni.. una strana grande sensazione.
L'arrivo a Vercelli è lentissimo, si vede lontano la striscia piatta della città che separa la campagna dal cielo, e non si avvicina mai. La strada segue gli argini dei campi e delle rogge, con angoli retti e lunghi rettilinei sembra sempre di allontanarsi e girare intorno alla città anzichè puntarvi dentro. Arriviamo che viene buio e parlando con due sacerdoti che escono e chiudono la cattedrale constatiamo con rammarico che l'accoglienza per i pellegrini è inesistente. Meno male che c'è il fidato treno!
156-Francigena: Cavaglia-San Germano 11/10/09
11/10/09
Per fortuna il persorso si snoda lontano dalle strade, una parte nel bosco ma principalmente tra campi e risaie. Si entra anche in Santhià tuttavia, al solito, la parte biù bella è sempre lontano dai centri abitati, anche se si incontrano certi "mostri" come autostrade e ferrovie... Ci si rende conto, tra l'altro, di quanto siano sprecati molti cavalcavia sopra l'autostrada, così belli e sinuosi quando li si vede dall'autostrada ma così desolati e tristi quando li si percorre a piedi, sono pieni di arbusti e spazzatura, palesemente inutilizzati, sostanzialmente inutli. Nell'insieme si tratta comunque di un bel percorso anche abbastanza lungo, intorno ai venti chiometri.
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Un'enorme cavalletta si gote gli ultimi giorni d'autunno |
Piazza di San Germano |
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