Viaggio a Dubai a trovare Mattia
Venerdì 29/11/2024
È giovedì sera, Barbara ed io partiamo da casa verso le 21:50. All'aeroporto di Orio al Serio il tabellone annuncia un ritardo di circa venti minuti. Dopo aver consegnato i bagagli, superiamo il controllo passaporto automatizzato basato sul riconoscimento facciale tramite foto del passaporto.
Attendiamo a lungo al gate B3, l'aeroporto è deserto tranne per il nostro gruppo diretto a SHARJAH. Sharjah è un aeroporto vicino a Dubai, meno trafficato.
Il decollo avviene alle 3:45 su un Airbus A321 NEO semivuoto. Alle 4:30 arriva il pasto caldo scelto da Mattia, che apprezziamo nonostante Barbara faccia notare la mancanza di pane e la durezza della carne, un difetto di famiglia. Fa fresco e tutti si coprono un po', dormendo.
Alle 7 ci svegliamo, stiamo volando verso il sole. Sorvoliamo un territorio con montagne innevate, probabilmente sopra la Turchia, con pochi villaggi e case basse. Successivamente, avvistiamo un grande lago salato, zone montagnose desertiche e campi coltivati senza alberi. Verso le 8, iniziano ad apparire alberi sparsi e una catena montuosa innevata. Si nota l'azione dell'acqua nel tempo che ha modellato il territorio. Alle 8:45, vediamo vallate piatte e desertiche, per poi arrivare al mare: il Golfo Persico.
Atterriamo forse un po' lunghi, ma ci deve essere vento.
Caos di gente senza troppa fretta, superiamo bene il controllo passaporto,
timbrato con visto turistico che vale tre mesi e fotografia del volto (grazie a
questa foto saremo riconosciuti negli Emirati Arabi Uniti ) ed il ritiro
bagagli. Trovo una wifi gratuita mentre usciamo in area taxi. Mattia scrive che
lavora fino alle 18 e non può venire a prenderci. Prova ad inviarci un taxi,
desiste, lo prendiamo noi, viaggio di 30 minuti, spettacolo di grattacieli uno
più bizzarro dell'altro, e sono tanti, tanti. Primo pagamento con bancomat. In
realtà non abbiamo preso un taxi, ma un alternativo, ci è costato 50 euro
anziché 30, circa. Mattia mi ha avvisato di scegliere un'auto con la scritta
Taxi, ma eravamo già fuori campo WiFi l'ho visto dopo. Qui negli emirati i
nostri telefoni funzioneranno solo con rete WiFi, con Whatsapp e solo messaggi di testo o messaggi vocali.
Scendiamo al Radisson blu, un bel grattacielo, ma non dei più grandi; registrazione, insalatona al bar, ipotesi di visita in centro, ma no, doccia, pisolino e ci svegliamo alle 17:45 che è quasi buio.
Passa Mattia a prenderci con l'auto che ha affittato per questi giorni con noi,
una MG, ci porta a casa sua, aperitivo, due passi intorno a casa a vedere
il canale ed i grattacieli vicini e, in dotazione al suo
"condominio-grattacielo", la piscina e due palestre, all'aperto e al
chiuso, etc. E' notte ma è tutto uno spettacolo di luci che si specchiano nel
canale.
In taxi andiamo in centro, visita a The Dubai Fountain, il laghetto
artificiale ai piedi del Burj Khalifa, il grattacielo dei record. Come tutte le sere c'è musica e spettacoli di getti d'acqua, i getti arrivano a 130 metri di altezza.
C'è una folla notevole, ma lo spazio è tanto non c'è mai la ressa.
Il Burj Khalifa è il grattacielo più alto della città e del mondo con i
suoi 829,80 metri. È un vero Totem per questa megalopoli multietnica. Il
Burj Khalifa è talmente alto e grande che sembra sempre di esserne vicini, è
il simbolo di Dubai, e viceversa.
Intorno al grattacielo si sviluppa il vero centro della città, il Downtown
Dubai, dove sono concentrati i più lussuosi e notevoli edifici. E qui non ci
sono cantieri attivi, sono invece tantissimi in tutto il resto della città. Si vedono tanti grattacieli alti e bellissimi, eppure all'ultimo piano ci sono ancora due o tre gru in
azione...
Entriamo nel Dubai Mall, uno sterminato e lussuoso centro commerciale, tra le
molte "attrazioni" vediamo l’acquario, la pista di pattinaggio su ghiaccio,
l’enorme scheletro intero di un dinosauro Diplodoco donato dagli Stati Uniti.
L'acquario è enorme, migliaia di grandi pesci, squali da due o tre metri,
razze, e grandi coralli, un acquario visibile da sotto da sopra di lato e anche
da dentro, ci sono infatti un paio di camere subacquee alle quali si può
accedere. Ceniamo al Time Out, un grande market con ristorante multietnico,
prezzi interessanti e ottimi cibi.
Usciti, passiamo a vedere dall'esterno il Burj Khalifa e l' Opera, edificio
spettacolare.
Spettacolare perché si distingue dagli altri per la sua forma e tessuto, ma qui
ogni edificio, palazzo, grattacielo o altro, ha un alto grado di spettacolarità
senza mai scadere di gusto e neppure avvicinarsi al banale.
Inoltre cominciamo a renderci
conto delle dimensioni e degli spazi di questa città.
E ciò è notevole perché i grattacieli sono centinaia forse migliaia.
Ritorniamo verso casa di nuovo in taxi. Mattia ha una app che gli permette di
chiamare un taxi in pochi secondi, e il taxi arriva lì dove si è in pochissimi
minuti, non si perde un secondo neppure a fine corsa, l'app ha già pagato.
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Da casa di Mattia |
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La piscina del palazzo |
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Dubai Mall si riflette nella Fontaine |
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L'acquario dentro Dubai Mall |
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L'Opera |
Per curiosità .... nel supermercato di Dubai Mall vendono anche la Toma del Maccagno: il prezzo è di circa 41 euro al chilo, mentre a Biella costa intorno ai 15-18.
Sabato 30/11/2024
Sveglia 8:30 , andiamo a piedi da Mattia, casa sua dista 600-700 metri, ma non
è facile la prima volta. In albergo abbiamo la wifi e impostiamo il navigatore,
ma appena si esce la si perde e scopriamo che il navigatore è impostato su
Auto. Ad una serie di semafori ci confondiamo, torniamo indietro e si
ricomincia.
Da Mattia facciamo una colazione super, yogurt frutta latte caffè, biscotti.
Poi partiamo in taxi verso la spiaggia Kite Beach. Il posto non è molto diverso
dai nostri lungomare di Liguria, a parte le dimensioni. Prima di accedere alla grande e popolata
spiaggia ci fermiamo a prendere un caffè, al volo in piedi tra i tavolini.
Restiamo stupiti perché un caffè così buono non sapremmo dove andarlo a prendere
a Biella! Scendiamo in spiaggia, peccato che ci sia vento forte e onde
notevoli, bandiera rossa, è vietato entrare in acqua. Ci sono due o tre che
fanno lunghe passate davanti alla spiaggia e salti, con la tavola tirati da un
aquilone, spettacolare! Ci fermiamo più di mezz'ora a prendere il sole, sole
che non brucia molto ed è attenuato da qualche nuvola passante.
Qualche chilometro lontano
nel mare si vedono i profili di diverse isole, sono isole artificiali. Non so se
si tratta di The Word, un progetto demenziale per la costruzione di varie
isole artificiali con la forma dei continenti, o di altre isole ancora.
Notizie recenti dicono che queste isole stanno lentamente sprofondando, e non
so che effetto avrà l’innalzamento del mare previsto nei prossimi decenni.
Camminiamo poche centinaia di metri fino ad un piccolo porticciolo turistico,
barchette piccole, ma quasi tutte a poppa hanno tre fuoribordo gemellati.
Qui c'è un piccolo mercato del pesce, l'edificio che lo ospita è in rifacimento
e i banchi sono ammassati tutti insieme, ma i pesci non perdono certo la loro
bellezza. Alcuni di questi li abbiamo visti all'acquario ieri sera, c'è anche
un’ostrica perlifera. (Dubai fino a metà del secolo scorso era famosa per la pesca delle perle, era una risorsa primaria per questa costa). Mattia che conosce un po' i pesci locali sceglie e
contratta per 2,5 kg di pesce, mezzo polipo, calamari, pesciolini da friggere,
gamberi grandi e piccoli ed altri.
Cinquanta metri più in là c'è un posto dove cucinano il pesce e lo si può mangiare sul posto.
Consegniamo il sacco dei pesci, vengono osservati e pesati, paghiamo la
preparazione e cottura. Ci sediamo ad un tavolino, dopo 10-15 minuti arrivano i
pesci cotti, comprese tre insalate che abbiamo richiesto insieme. Da bere solo
acqua, comunque non alcolici, la licenza per vendere alcolici costa di più,
pochi locali ce l'hanno. Questo è un posto un po' alla buona, ma così
dev'essere. Comunque anche qui il personale non manca, nella piccola sala con tavoli senza tovaglia, ci sono due o tre giovani "camerieri" che stanno lì in piedi senza far nulla finchè dalle cucine arrivano i primi piatti. Da buoni italiani finiamo subito il poco pane, Mattia chiede ad un cameriere dell'altro pane, questo si avvicina, ma poi proprio non capisce, arriva un altro più esperto che finalmente capisce. Mattia ci
spiega che spesso è cosi', questi che lavorano non sanno cosa fare, e magari sanno solo poche parole di inglese. Vale anche per il personale negli alberghi, magari sanno fare il loro lavoro, ma al di fuori di quello sono perfetti alieni. Per i pesci, la preparazione, le insalate, il pane e l’acqua
abbiamo pagato 23 euro a testa. Non male per essere a Dubai.
Torniamo in taxi al nostro albergo e Mattia a casa.
Verso le 16:30 passa a prenderci in taxi, andiamo a vedere i musei
nell’Historical District, che è all' inizio del canale, se ho capito bene è la
zona originaria di Dubai: per la visita ai musei si entra in diversi piccoli
edifici, suddivisi per argomento. Visitiamo la Perfume House, la Al Maktoum
Residence e la Emerging City.
Intanto si fa buio, lunga camminata sulla riva del canale, zona di mercati
locali e turistici. Prendiamo un battello abbastanza folcloristico, seduti a
pelo d'acqua, costo un diram in moneta sonante, ci porta sull’altra sponda del
canale. Tutti qui intorno sono o sembrano pachistani.
Qui nei suk sembra di essere in Pakistan. Visitiamo il suk delle spezie e
quello dei profumi dove compriamo piccole confezioni di zafferano e anacardi
contrattando un po’. Nei suk è doveroso contrattare.
Poi visitiamo il suk dell'oro, una lunga galleria dove si affacciano moltissimi
negozi letteralmente sfavillanti d'oro. Vetrine zeppe di anelli, collier,
monili di tutte le forme, spettacolari vestiti con pettorine intere in maglia
d'oro, mai viste altrove. All'interno, ad acquistare, ci sono solo arabi con le
loro donne tutte coperte di nero, sono tante, una visione paradossale, eppure
qui è normale.
Torniamo in taxi alle rispettive case, noi scendiamo al volo alla sosta di un
semaforo. In questa città zeppa di telecamere ci sembra una grossa
trasgressione.
Alle 21:15 passa Mattia a prenderci con un taxi che è una Tesla. È
impressionante il display di bordo che mostra le auto nel buio vicine alla
nostra e si ferma vedendo i pedoni che arrivano sulle strisce pedonali. Andiamo
a cena al ristorante e pub Amazonico Dubai. Il nostro tavolo, prenotato da
Mattia, non è ancora pronto, ci prendiamo uno spritz Campari come aperitivo, si
paga con il bancomat.
L'arredo sa di Sudamerica, c'è un pavone impagliato vicino alla reception, a
mo’ di abat-jour, sulle pareti e sul soffitto grandi ali di farfalle.
La barista è molto carina e
capace. Vicino al banco di mescita c’è un armadietto climatizzato per i sigari.
A Dubai è vietato fumare all'aperto, ma nei locali sì.
Ci sono ragazze in abito da sera, spettacolari. Finito lo spritz arriva la
gioviale moretta che era alla reception, parlando spagnolo ci accompagna al
piano di sopra che il nostro tavolo è pronto.
Dal tavolo, dalla vetrata, si vede una fila continua di super automobili enormi
e luccicanti che entrano nel parcheggio.
A tavola c'è l'acqua Evian, i cibi niente di particolare, il conto è moderatamente salato.
Scendiamo a goderci un po' di musica dal vivo, ed ammirare le tante bellezze
che ci sfiorano al ritmo della musica. Qui siamo nel DIFC (Dubai International
Financial Center) ed inizia adesso la vita notturna, usciamo e giriamo un po'
per queste vie incrociando le molte donne e ragazze che arrivano vestite, poco,
per un’altra notte di caccia. Davanti al 'nostro' locale ci sono ben quattro
Rolls Royce parcheggiate una di seguito all’altra, prendiamo un taxi e si va a
nanna.
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Kite Beach |

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Museo Al Maktoum Residence |
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Museo Emerging City dove si parla dell'evoluzione di Dubai |
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Traghetto gestito dai pachistani, quasi a pelo d'acqua. |
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Suk delle spezie |
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Nei suk è buona regola contrattare |
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Suk dell'oro, probabilmente si contratta anche qui, ma eravamo di fretta... |
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Il bar dell'Amazonico Dubai |
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Il conto della cena in tre. A detta di Mattia è moderato considerato il posto, circa 80 euro caduno. Fra qualche anno sarà interessante vedere altri valori. |
Domenica 1/12/2024
Passa a prenderci Mattia con la MG e andiamo in auto ad Abu Dhabi, più di
un’ora d’auto.
Ci fermiamo a fare benzina in una piccola “area di servizio”, la benzina
grossomodo costa metà che da noi. Facciamo colazione con brioches, caffelatte,
c'è di tutto.
Arrivati ad Abu Dhabi, città organizzata su molte grandi isole, visitiamo il
Mangrove National Park, non particolarmente interessante.
Visitiamo poi il Louvre di Abu Dhabi, un museo moderno ospitato in una
struttura a cupola bassa specialissima che lascia entrare piccoli sprazzi di
sole che si spostano con l’avanzare del giorno.
Nel museo ci sono reperti di
valore dei più svariati argomenti, ben presentati e grossomodo ordinati per
epoca. Nell’insieme è molto interessante.
Andiamo poi a visitare il Palazzo reale vecchio Emirates Palace Mandarin
Oriental.
Dalla scalinata di
accesso, con cascatella d’acqua a fianco, ci meraviglia la vista di quattro o
cinque grattacieli modernissimi vicini.
Sale enormi, riccamente arredate, pare che tutte le ornamentazioni dorate, e
sono tante, siano di oro vero.
Mattia ha prenotato qui il pranzo, cucina libanese, il nostro tavolo è in un
salotto tutto per noi, il soffitto è otto o dieci metri di altezza. Dopo pranzo usciamo
per un altro giro del Palazzo, usciamo verso la spiaggia, saliamo al piano di
sopra, tutto enorme e spettacolare, poca gente in giro, tranquillità. Anche qui
c’è un utilizzo spropositato di marmi e pietre ornamentali, l’ennesimo
saccheggio delle perle della Terra.
Fatichiamo un po’ per ritrovare l’auto (i parcheggi multipiano sono sotto il palazzo, anch’essi enormi.
Poi ci dirigiamo alla Moschea forse la più grande del mondo: Gran Moschea dello sceicco Zayed.
È recente: costruita tra il
1996 e il 2007.
È come San Pietro a Roma. Arriviamo in auto che è l’imbrunire, folla
multietnica di pellegrini e visitatori, lungo avvicinamento a piedi, passando
per un centro commerciale, molte le donne che si danno da fare per il vestito
per l’obbligo di coprire gambe braccia e capelli. Sono le cinque di sera e
risuona la preghiera islamica, dura pochi minuti.
Arriviamo davanti all'edificio che è notte buia. Luci e vasche d'acqua spettacolari.
Tutto è rivestito di marmo bianco di Carrara, con intarsi fatti a mano di altri
marmi policromi.
Inoltre, le vetrate sono
state fatte a Murano, gli enormi lampadari sono Swarovski. L'enorme tappeto, più grande di un campo da calcio, è interamente fatto a mano.
Le dimensioni sono esagerate, innumerevoli colonne di marmo bianco con intarsi colorati di motivi vegetali, una spianata esterna più grande di un campo da calcio anch’essa bianca e intarsiata. Unica nota che stona palesemente sono i capitelli un po’ pesanti e dorati, sembrano addirittura di plastica. L'illuminazione è grandiosa e di grande effetto.
Comunque, per noi europei questo tipo di ornamentazione, forse troppo grandioso è di scarso gusto.
Dopo aver percorso molti colonnati che contornano la spianata esterna entriamo nella moschea. Dimensioni enormi, il tappeto a terra (5500 metri quadri) è stato fatto tutto dai fedeli, in alto risplendono i tre giganteschi lampadari, ma ce ne sono altri nelle sale attigue.
La visita, nel flusso di visitatori, dura forse un’ora.
Anche qui abbiamo qualche difficoltà per ritrovare la macchina, sono davvero tanti i parcheggi sotterranei e non.
Torniamo in centro a Dubai, un'ora di macchina su una strada a cinque o sei
corsie, velocità massima 120 km/h, traffico intenso. Decidiamo di mangiare
una pizza che si rivela abbastanza buona. Vicino alla pizzeria c’è un piccolo
grattacielo, con un albergo e non so cos’altro, Mattia ci dice che ne sta
organizzando la vendita, insieme ad altri cinque. Il prezzo solo per questo è di
circa 50 mln di euro. Prima di mezzanotte siamo a letto.
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Abu Dhabi, parco delle mangrovie |
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Abu Dhabi, sotto la cupola del Louvre | |
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Monete d'oro esposte al museo |
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Verso l'entrata del Palazzo reale vecchio: Emirates Palace Mandarin Oriental |
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Palazzo reale vecchio, all'interno tutto quanto è color oro, è oro. |
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Pranzo al ristorante libanese all'interno del palazzo |
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Dopo il pranzo usciamo nel parco e in spiaggia |
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L'accesso è libero in tutte le sale dell'enorme palazzo |
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Loggiato con vista sul parco e sulla spiaggia |
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L'ambiente centrale visto dal piano alto |
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Verso la Gran Moschea dello sceicco Zayed. |
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Molti minuti di cammino, poi un Centro commerciale |
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Folla di visitatori |
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Vetri di Murano |
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Una breve scala mobile porta nel sottosuolo, ai bagni. Questo è uno dei lava-piedi. |
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Le ore delle preghiere |

Abu Dhabi, con il Louvre, la Reggia, la Gran Moschea, ci è sembrata più ricca e molto "tradizionale" rispetto a Dubai.
Lunedì 2/12/2024
Al mattino facciamo un po’ di
riposo. Mattia intanto ha fatto un’ora di corsa, non fa molto caldo al mattino.
Andiamo da lui e pranziamo con le mezze penne di pasta Barilla acquistata nella
piccola bottega sotto casa.
Oggi ci aspetta una gita organizzata a conoscere il deserto. Andiamo al Dubai
Desert Conservation Reserve.
Passa un minibus a prenderci, poi un lungo giro in città a caricare dei
compagni di viaggio, tre svizzeri e due brasiliani.
Per un’oretta ci allontaniamo dalla costa, e strada facendo si incontra una
grande collina, alta forse 50-60 metri che di fatto è una discarica dove i
rifiuti vengono in pratica sotterrati.
Per vari minuti vediamo nel deserto intorno molti dromedari, liberi o guidati
da qualcuno. Mattia ci spiega che questo è un centro di allevamento ma anche di
salvaguardia della specie, gli arabi ci tengono molto ai dromedari essendo un
simbolo della loro civiltà. Nel deserto vero credo che non ce ne esistano più
di selvatici.
In lontananza si vede, altissima, una grande luce, quasi un sole. Si tratta di una torre di 262 metri che riceve in alto il riflesso di migliaia di specchi disposti a terra. Una tecnica speciale per produrre energia elettrica. L’enorme temperatura viene usata per fondere un sale che poi mantiene il calore per le 15 ore successive, il calore viene trasformato in energia elettrica ottenendo una produzione continua anche di notte. CT MSR TOWER Dubai. Ovviamente è la più grande tra le poche al mondo.
Entriamo nel deserto, questo
è un parco naturale protetto. Per entrare si supera una griglia metallica fatta
apposta per dissuadere il passaggio degli ungulati, perché non possano uscire
dal parco.
Dopo qualche chilometro si fa una sosta per prepararci al deserto: ci forniscono di una borraccia termica con acqua fresca attinta da grossi contenitori isolati con tessuto, ci danno i turbanti aiutandoci a vestirli correttamente. I grandi teli dei turbanti e le borracce termiche ci verranno lasciati in dono al termine della giornata. Lasciamo la furgonetta da città e saliamo su una Land
Rover antica, guida a destra, scoperta. Facciamo un giro a vedere piante e
animali del deserto, con scarne spiegazioni della guida. Ci fermiamo in un
punto elevato per vedere il deserto, il tipo di sabbia e fare qualche
fotografia. Si riparte subito, Vediamo da vicino una coppia di orici con il
piccolo e una antilope delle montagne. Sono gli unici ungulati di questo
deserto.
Ci fermiamo in un grande avvallamento, c'è il tramonto che tinge di rosso l'orizzonte, vediamo spegnersi pian piano il "sole artificiale" del CT MSR TOWER. Ripartiamo, c'è un
drone che ci filma dall'alto, io trovo più naturale non salutare alzando le mani, ma Mattia mi riprende "...perchè non ti adegui al format?"
forse ha ragione. Poco più avanti nuova sosta per lo spettacolo di falconeria e
lunghe spiegazioni su questo tipo di caccia, qui tradizionale ma ormai vietata.
Ci offrono the con cannella.
Si riparte e si va in una "oasi" dove, sotto varie tende, ci vengono
illustrate le principali fasi della cucina araba, ed altro. Per esempio, la
tostatura del caffè, la cottura delle carni di pollo, agnello, dromedario, del
pane.
Chi vuole può fare un giretto
sul dromedario, maschio, perché le femmine sono sempre più agitate. È solo
un’occasione per fare alcune fotografie, con lo sfondo della notte.
Poi si cena sotto grandi tende con i cibi suddetti, e da bere acqua, the con
latte e cardamomo, oppure latte di dromedario. Frutta, dolci.
Segue uno spettacolo di danza tradizionale, danza con il mitra, finto s’intende.
Sui tappeti all'aperto, dove tutti si sono accomodati, sono a disposizione vari narghilè gorgoglianti. Poi per osservare il cielo vengono spente tutte le
luci. Puntando le varie stelle con un laser.
Il cielo è ben diverso dal nostro, riconosco poche stelle, comunque nonostante il buio se ne vedono ben poche, l'aria è molto sporca.
Poi si torna, Land rover, poi camionetta di città. Arrivando in città, già da lontano,
vediamo uno spettacolo di fuochi artificiali, oggi è festa nazionale, è la Giornata Nazionale degli Emirati Arabi Uniti. Il Burj
Khalifa è illuminato con le luci della bandiera, ma nessuna luce è fissa, scritte immagini disegni si susseguono su ogni grattacielo a celebrare il giorno di festa.

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Gli unici alberi ad alto fusto sono molto simili alle acacie |
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Le orme di una grossa lucertola |
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In lontananza il CT MSR TOWER Dubai |
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Tostatura del caffè |
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Giretto sul dromedario |
Martedì 3/12/2024
Ci alziamo un po’ tardi e andiamo da Mattia, affittiamo tre bici e facciamo un
tratto lungo il canale. Mattia ci indica un possibile acquisto immobiliare in
un grattacielo in costruzione, ci sta pensando. Volendo attraversare il canale
con le bici proviamo anche a caricarle in un ascensore, e sarebbe vietato, ma
poi più avanti il ponte è chiuso.
Avanti allora con le bici finché si può verso il centro. Poi taxi, all’arrivo
Mattia si lamenta con il tassista che non ci ha portati nel punto esatto, e
questo si scusa. Andiamo a mangiare in un doppio grattacielo unito in alto da
una ‘ponte’ panoramico, siamo al 54° piano con vista sul Burj Khalifa. Di
fronte e sotto di noi il Dubai Mall e la Fontaine. Da qui si vede molto molto
lontano. Si vede anche il “faro” della centrale fotovoltaica di ieri.
Si mangia abbastanza bene, e il prezzo è correlato al posto, la versione travel
però è abbastanza economica.
Prendiamo ora la metro, classe A, biglietto giornaliero 10 euro.
Andiamo a Dubai Marina che è di fatto un'altra Dubai o poco meno.
La metro fa un giro a Dubai Marina poi prendiamo un’altra metro per la punta
della Palma dove visitiamo brevemente l'enorme albergo che la caratterizza, di
fatto un centro commerciale di alto livello, come tutto qui intorno.
In metropolitana c'è bella gente, idem a Dubai Marina. Per tornare
prendiamo un taxi, c’è il tramonto sul mare. Torniamo fino in centro davanti a
Dubai Mall, vediamo di nuovo lo spettacolo di acqua e di musica davanti al
Burj Khalifa.
Andiamo a mangiare di nuovo al Time Out Market che è lì di fronte. Questa volta
mangiamo portoghese, bacalao in modi diversi e birra.
Torniamo a piedi verso l’albergo. Al semaforo salutiamo Mattia, è stato una
guida meravigliosa, già ben prima della partenza ci ha organizzato voli ed
albergo, e durante il soggiorno ci ha assistiti consigliati e guidati con
tranquilla sicurezza, molto meglio di un operatore turistico. Un novello Tarzan
in questa giungla d’asfalto e di luci. Per noi ha scelto, tra i mille possibili
obiettivi, alcuni di varia natura, sufficienti per darci una visione d’insieme
di questa città d’eccezione. Al punto che anche a noi, che non amiamo proprio le
città e tantomeno le megalopoli, ci solletica l’idea di ritornarci.
In questa notte scintillante di grattacieli è bello aver fatto questo ultimo tratto camminando insieme così, semplicemente, e ad un bivio di marciapiede lui va a destra e noi a sinistra. Grazie di tutto Mattia, ci hai fatto un gran regalo.
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Giro in bicicletta lungo il Canale |
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Pranzo al 54° piano di fronte a Downtown Dubai |
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Con piscina affacciata sul vuoto |
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L'alabastro del bar è spettacolare |
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Fa una certa impressione la discesa in pochi secondi dal 54° piano. Si "tappano" le orecchie. |
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In metropolitana andiamo a Dubai Marina, poi in punta alla Palma |
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Al centro si vede un braccio di mare tra i rami della Palma |
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Tramonto sull'enorme albergo in punta alla Palma |
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L'ultimo giorno, l'ultimo tramonto, viene voglia di fotografare tutto, portare via qualcosa. |
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Di nuovo a Downtown Dubai. |
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Ultima cena al Time Out Market |
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Ci avviamo verso casa |
Mercoledì 4/12/2024
Sveglia alle 4, valigie, dalla hall del Radisson Blu chiamiamo il taxi con
l’App che già abbiamo usato per le biciclette, il taxi arriva senza
attesa. Nonostante l'ora ci sono varie persone e altri taxi in partenza davanti
al nostro hotel.
L’aeroporto di Sharjah non è grande, gate 20, partiamo, e arriveremo, in perfetto
orario.
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Considerazioni:
Dubai ha avuto una lunga storia, ma lo stupefacente stato attuale è nato solo dopo la cosiddetta “età petrolifera”, iniziata negli anni ’60. Oggi il PIL dovuto al petrolio è meno del 10%.
Di Dubai si sente parlare spesso, e sempre bene. Il suo nome è associato a ricchezza, sviluppo, lavoro, grandi opere avveniristiche, inoltre gli Emirati Arabi Uniti hanno un atteggiamento geopolitico neutrale. Nella struttura attuale è una città nuova, il petrolio è stato trovato in questo deserto, e nel suo mare, solo negli anni ’60. Riguardo al consumo delle risorse fossili, e alle emissioni di CO2 gli Emirati dicono che riusciranno ad usare solo energie rinnovabili, il sole in prima fila.
Cosa si può volere di più! Peccato che non sia possibile. Uno sguardo più razionale vede ben altro.
Le dimensioni di Dubai, intanto, sono molto grandi, molti chilometri di deserto coperti dalla città e dai dintorni. Le strutture sono enormi, strade a 7+7 corsie, grattacieli, automezzi, aeroporti, metropolitane, impianti di ogni tipo. Consumi iperbolici di energia elettrica e di acqua purificata in qualche modo.
Di più: per avere una lunga linea di costa a disposizione sono state create le due famose "palme" portando in mare immani quantità di roccia a formare delle penisole artificiali. E ancora prosegue questa stravagante attività, sta nascendo "il mondo”: una serie di isole artificiali sagomate come i continenti.
Sappiamo bene che cemento e acciaio sono i materiali di base per edilizia e impianti, materiali che richiedono moltissima energia termica per essere prodotti e messi in opera. Vuol dire enormi quantità di CO2 già dispersa in atmosfera, dove poi rimane per secoli. La costruzione di grattacieli e strutture non è finita, anzi, è ben maggiore di dieci o venti anni fa, lo si vede chiaramente, ci sono cantieri aperti ovunque.
Dire che Dubai diventerà ad emissioni zero perché userà solo l'energia solare è una pia speranza, e quand'anche ci riuscisse avrà comunque già dilapidato un enorme patrimonio di risorse naturali.
Il successo di questa immane sala giochi per i ricchi della Terra attira ancora, e sempre più, nuovi investitori. Il prezzo lo pagherà l'umanità intera, a mio parere nel volgere di pochi decenni.
La responsabilità certo è condivisa con tante altre megalopoli, ma questa, a parer mio è solo voluttuaria, non necessaria.
Di "verità" possono essercene molte, almeno una per ogni punto di vista.
Dal punto di vista scientifico, e pragmatico, Dubai è dannosa per il nostro pianeta perché sfrutta enormi risorse e contribuisce al riscaldamento globale che porterà il deserto fino al 45° parallelo, fino alle Alpi, in pochi decenni. Il riscaldamento annienterà la maggior parte degli esseri viventi sulle terre e nel mare. Dubai è grandemente insostenibile.
Invece, dal punto di vista di un’Azienda le remore proprio non esistono, lo scopo di ogni azienda è crescere e guadagnare. Se gli scambi con Dubai o l’apertura di una sede lì le sembrano convenienti e lecite null’altro la trattiene.
Dal punto di vista di una persona giovane e mediamente ambiziosa, Dubai rappresenta una attraente opportunità di lavoro e di vita. Coglierla non è affare da poco, occorre investire un po' di capitali e più ancora di tempo, è un'avventura che richiede impegno e nervi saldi. Chi affronta questa strada bada al suo tornaconto, non pensa agli enormi problemi che con la sua attività va ad accrescere. E se anche avesse un dubbio potrebbe pensare “se non lo faccio io un altro lo farà”. E soprattutto Dubai esiste, creata e ammirata da tempo, da tutti, avranno valutato gli impatti prima di cominciare.
E invece no, nonostante l'intelligenza che ha, e la conoscenza che ha raggiunto, l’Homo sapiens fa come farebbe un formicaio, sfrutta tutto quello che può senza preoccuparsi che le risorse finiscono. Né si preoccupa della rottura degli equilibri che ci hanno permesso millenni di prosperità.
Dal punto di vista di tanti, tantissimi, Dubai è soprattutto una delle mete turistiche più ambite al mondo. Nonostante il costo di soggiorno non sia certo per tutte le tasche molti sono attratti. Forse solo per poter dire di esserci stati, perché Dubai, con le sue esagerazioni e i suoi record, “fa tendenza”.
Rassegniamoci quindi e
serenamente scegliamo la verità che più ci piace, perché comunque nessuno,
neppure gli Stati o le grandi organizzazioni possono cambiare le cose, frenare
la crescita iperbolica di questa metropoli irrazionale. Mezzo mondo investe a Dubai.