152 Giro a Finale Ligure 02/1/10

02/1/10

Finale Ligure è un posto meraviglioso si sa, ma, qui più che altrove, chi esce dall'abitato e s'addentra nei boschi e nelle valli intorno avrà la gioia di vivere un piacevole e sorprendente distacco dal quotidiano. Specie se si va nei mesi invernali, e si parte dall'alto piemonte... si avrà in più la sensazione di un tuffo nella primavera. Dopo la lunga notte di Capodanno con gli amici siamo giunti a Finale nel tardo pomeriggio e subito siamo saliti a visitare i due castelli che sovrastano Final Borgo. Antiche curiose chiese, i castelli ed il piacere di vedere e toccare la vegetazione ancora bella, gli olivi con le olive appese, i fichi d'india e varie erbe che pare non sappiano cos'è l'inverno. Tornati a notte dopo aver gustato dall'alto il tramonto ci prepariamo il giro del giorno dopo. Un giro classico con tante possibili varianti, risaliamo una strana valletta, valle Ponci, incontrando vari ponti romani, uno dei quali è ancora integro, il ponte delle Fate. "Si parte da Final Pia, si prende la strada per Calvisio. Dopo il paese si seguono le indicazioni per Verzi (ponte sulla destra): con numerosi tornanti una stretta stradina asfaltata porta fino all'imbocco della valletta del Rio Ponci" , da qui si può girare a sinistra e andare ad arrampicare a Rocca di Corno, un' imponente struttura rocciosa che domina maestosa la conca di Calvisio, ma noi, senza attrezzatura, risaliamo la valletta alla scoperta dei ponti romani. Al termine della valletta torniamo verso Final Pia seguendo un altro itinerario che ci porta a vedere molte curiosità, cave abbandonate, rocce scolpite di coppelle e graffiti di varie epoche, assurdi lunghissimi percorsi per ciechi... In mezzo a questi boschi è facile sbagliare strada e finire fuori rotta ma e' difficile perdersi perchè giocoforza si sta sui sentieri: entrare nel folto è come entrare in un roveto. Tutte le piante hanno spine o rami graffianti e passa subito la voglia di passarci in mezzo.

La più parte del tempo si sta dentro il bosco che è così fitto che sembra d'essere in trincea ma sì è protetti dal vento e l'aria è profumata, solo a tratti si sbuca in qualche posto aperto e la vista è sempre bella, a volte mozza il fiato (ci siam trovati di botto davanti il mare, lontano, e sotto i piedi lo strapiombo di cento metri di falesia). Boschi selvaggi, pareti bianche o gialle di calcare , il mare in lontananza.. viene voglia di fermarsi, trovarsi una grotta per le notti e passarci qualche settimana... Non c'e' da stupirsi se vi sono in zona varie grotte con tracce degli uomini primitivi. Camminiamo in tutto forse sei o sette ore, ma solo il vento freddo nel tardo pomeriggio riesce a farci affrettare il ritorno. Le ghiande di leccio e il rosmarino selvatico che ci portiamo a casa riusciranno a ricreare nell'alto Piemonte un po' della magia della Liguria? Ne dubito, saremo costretti a tornare, dopotutto di sentieri ce ne sono ancora tanti... e i sentieri non li puoi mettere in tasca come le ghiande di leccio, nè comprarli al supermercato.



























Rocca di Corno



Il ponte delle Fate







Corbezzoli !
Percorso per ciechi !

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