Borriana le vacche 23/12/2017

 Antivigilia di Natale
Due mandrie di vacche e vitelli passano l'inverno sulla spianata sabbiosa lungo l'alveo dell'Elvo, a Borriana.


Ero uscito a metà pomeriggio a cercare un gregge di pecore che avevo visto passando in auto stamattina, ma il pastore le aveva spostate e non erano più lì. Allora sono andato in cerca delle vacche che anche quest'anno sono lungo l'Elvo.
Tenere d' inverno i bovini all'aperto è una pratica che si è diffusa solo negli ultimi dieci o quindici anni, forse perchè i guadagni degli allevatori sono sempre più risicati e questo dev' essere il modo meno dispendioso di passare l'inverno. Ovviamente è un sistema che va bene solo per le vacche che non fanno latte, le manze ed i vitelli già un po' grandi.
Il posto dove farli stare è bene che sia provvisto di acqua corrente, in questo caso c'è l'Elvo, poi basta una mangiatoia. 

Ogni giorno occorre portare loro del fieno, per esempio una "rotoballa" inforcata e trasportata con il trattore e ogni tanto, forse, qualcosa di più sostanzioso come il trinciato di mais.

L' Elvo scorre un po' infossato ai piedi della Serra, per questo motivo il tramonto viene mezz'ora prima, insomma è un posto abbastanza freddo. 

Quando arrivo il sole è quasi scomparso, ci sono solo tre o quattro animali ancora al sole su uno spiazzo più alto, vado subito da loro per cogliere almeno qualche immagine con luce piena. 

Il tramonto cala rapidamente, faccio quattro parole con una margara, una donna minuta sulla quarantina, e un suo figliolo tredicenne che sono arrivati con il trattore a portare una rotoballa.

Mi racconta che le sue bestie sono lì sul greto dell'Elvo perchè stanno aggiustando il tetto della stalla, mi racconta che porta una rotoballa di fieno ogni giorno e se fa freddo mangiano anche di più, mi racconta che le bestie, quest'estate, hanno sofferto la sete per la grande siccità, mi racconta che una legge recente obbliga gli allevatori a tenere all'aperto i bovini per tutta l'estate, e va bene, all'aperto non si ammalano quasi mai. Ma quando arriva il veterinario per la vaccinazione annuale occorre radunarle e fargliele trovare legate, e allora è difficile riprenderle dopo mesi che sono libere, non temono neanche i cani. Si lamenta che sono anni sempre più duri, per la mancanza di guadagni e per il tempo e il clima sempre più difficili.

E tuttavia negli occhi e nel sorriso ha una carica di energia e di ottimismo che stupisce.

Nonostante il gelo del tramonto sia lei che il ragazzo vestono con camicia e felpa, come sto io in casa la sera. Quando, quasi un'ora dopo, me ne andrò perchè ormai è buio pesto Lei, donna minuta, è di nuovo ancora lì ad accudire alla mandria, gridando comandi, circondata da bestie di 400 chili, sul greto dell'Elvo fra chiazze di neve gelata e grossi sassi scivolosi. Il trattore spento è parcheggiato sulla riva trenta metri più in là, con le scarse luci accese che puntano al torrente. Credo le stia raggruppando per recintarle poi sulla riva, è impressionante, nel buio profondo sento risuonare i comandi, i muggiti, il pesante inciampare delle vacche che attorniano la piccola margara.

Così questa donna coraggiosa sta producendo latte e carne.

Buon Natale margara, a te e famiglia.








L'Elvo al tramonto è magico e riflessivo