Giro al Lago Pistono 15/01/17

Ci provo ancora ad esorcizzare l'influenza regalandomi un pomeriggio intorno al lago Pistono.
Quando si arrampicava sulle falesie di Finale Ligure giunta la sera non si voleva mai smettere, veniva voglia di arrampicare fino ad addormentarsi stanchi sulla pietra calda... così è successo questa volta, una foto qua una là, fino al calare della notte. Dopotutto non si trova spesso un luogo con così tanti scorci interessanti. 







Il fico d'india ed un  "semprevivo" sulle rocce vicino al lago




Il lago Pistono e più avanti il Sirio, visti da punta Maggio





Una capatina al lago Nero, ma il tramonto si avvicina, di corsa torno al lago Pistono.






Questa è capovolta










Dopo il tramonto il ghiaccio riguadagna terreno



La Monella

Giro del Lago di Campagna 06/01/17

 Mi diverto un sacco in questi brevissimi giri solitari. Mi sembra di entrare in una biblioteca strapiena dei generi che preferisco, testi in originale, e per magia conosco tutte le lingue...

Dopo cinque giorni di influenza classica con febbre alta e acciacchi conseguenti oggi decido di fare due passi all'aperto. Mi vesto come un palombaro e vado a Chiaverano poi sulla sponda del lago di Campagna, uno dei più belli dei cinque d'Ivrea.

Il lago è ghiacciato in gran parte, ma la sponda a monte più soleggiata e' libera per ampi tratti e ci sono una ventina di germani reali che potrò avvicinare solo alla fine del giro del lago. A parte un airone bianco posato in alto sull'altra sponda molto lontano, non si vedono altri uccelli. Incontro un signore ben piantato che porta a spasso due cani, uno è un botolo poco interessante che mi si avvicina curioso, l'altro è una specie di pastore tedesco, ma molto più grande, è vecchio ma ancora solido.  Percorro per un tratto la sponda, poi l'abbandono e salgo su un'altura lungo una traccia che si stringe fino a divenire un passaggio per cinghiali, leggi rovi che attraversano il sentiero a mezz'altezza... una gioia.

Anche da qui la vista sul lago non è granchè, troppi alberi dappertutto. Ridiscendo più avanti e di nuovo incontro l'uomo con i cani, stavolta il bestione gli sfugge e mi viene incontro brontolando minaccioso, "Non abbia paura è buono, lo chiami Ciak, è la parola d'ordine!". Chiamo Ciak allungandogli una mano e subito si calma, gli faccio una carezza, ma sembra ben poco interessato. "E' un cane di polizia" mi spiega il signore, "ma ormai è in pensione, come me che facevo la guardia del corpo, per tanti anni con Berlusconi, poi altri ed in ultimo la Juve ... Questo cane è stato importato per sbaglio, lo usa la polizia turca, sono bestie possenti da 90 chili, questo quando vede un marocchino o un nero è difficile tenerlo.... si vede che era stato abituato così."  E' un signore che di certo ama gli animali, "Dò da mangiare ad una volpe, vicino a casa... ", ma non li conosce per specie, chiama cormorani le folaghe, poi mi descrive uno strano picchio "con la cresta" che vede spesso vicino a casa sua, è felice quando lo riconosce nella foto dell'upupa che gli mostro sul telefonino.

Saluto il signore e riparto perchè il freddo si fa presto sentire. La mia "caccia alla cerca" di immagini oggi non darà molti frutti, vale la solita equazione: oggetti lontani = foto poco interessanti. Anche se a ben vedere c'è sempre qualcosa di stimolante, oggi per esempio con il lago quasi tutto gelato le fasce di acqua libera lungo le rive sono del tutto prive di onde, specchi perfetti, ci si può giocare?

Sono comunque contento perchè infine riesco a raggiungere un testone boscoso sull'altra sponda del lago, dove non credevo si potesse arrivare, non ci sono sentieri. Era da un po' che ci pensavo.

Osservo il lago da quassù, ma ormai è tardi, il sole sta calando.. Mentre torno sui miei passi a quattro metri da me esplode un trambusto di frasche e qualche smorzato grugnito di cinghiale. Mi era già successo un'altra volta su un cocuzzolo analogo, si vede che i cinghiali amano godersi i tramonti dall'alto.  Riprendo la traccia per scendere, intorno a me ci sono numerose macchie di pungitopo (arbusti sempreverdi fitti e pungenti, alti circa un metro), sento uno strano rumore, come un verso da papera sommesso, e qualcosa si muove tra i pungitopo. Un altro strepito di fuggi fuggi di cinghiali, un grugnito un po' lontano, poi tutto si cheta di nuovo. Penso che ci fosse un secondo gruppetto ed ora sono scappati anche quelli. Ho la macchina fotografica appesa al collo, ma so di avere zero possibilità di vedere un cinghiale. Riprendo ancora il cammino, un passo davanti a me c'è un piccolo ciuffo di pungitopo, si muove, di nuovo quel rumorino da papera.. ne esce un piccolo cinghiale!  ma dire piccolo è poco, è piccolissimo! un quarto d'un gatto! Zampettando e sempre grugnendo a suo modo va avanti fino ad entrare in un altro grande cespuglio un metro dopo. Inquadro e premo tre volte il pulsante, ma niente foto. Forse era impostato il tele ed il soggetto era troppo vicino. La mia bella Nikon mi lascia a piedi, come avere una Ferrari e non poter superare un fossetto che farebbe solo ridere una Panda.

Sono quindi in mezzo ad un gruppo di cinghialetti poco più che neonati che stanno fermi e nascosti nei piccoli cespugli qui intorno.

Beh bisogna insistere... non credo di correre alcun rischio, la madre di certo è scappata via prima col gruppo del primo o secondo trambusto... sarà ferma con le altre a venti o trenta metri e aspetta gli eventi... aspetta che me ne vada. Di certo, con dei cuccioli così giovani, sono tutte femmine. Ai cuccioli, troppo piccoli per scappare, tocca restare nascosti. Lo fanno tutti i piccoli dei selvatici, ho già assistito a scene simili.

Controllo la macchina fotografica poi mi rimetto a gironzolare vicino ai pungitopo... Ecco un altro che si muove.. esce un altro marmocchio anche lui col solito brontolio sommesso da paperetta... zampetta per un metro e mezzo e si rituffa nel folto. Questa volta una foto mi riesce. Insisto ancora girando fra i pungitopo, rivedo il muso del primo piccolino, ma poi rincula nel grosso cespuglio.

Finalmente mi decido a scendere... appena fatti venti metri giro a destra per rimanere poi accosto al lago e di nuovo esplode il trambusto a tre metri da me, da sotto una macchia di pungitopo quattro o cinque cinghiali, stavolta grandi e scuri scattano su "come un sol uomo" verrebbe da dire.  Mi resta negli occhi l'immagine di tre schiene tese nello sforzo di un balzo a risalire il pendio, ma bastano quattro o cinque metri e superato il dosso del sentiero scompaiono alla vista. Niente foto.

Trovo un bel randello pesante a farmi compagnia e torno su ancora una volta dove sono rintanati i piccolini... ma niente, non si muove più nulla, i grandi saranno di nuovo nascosti a venti o trenta metri, ma nell'altro versante.

Ok va bene così.

Completo il giro del lago e di certo arrivo tardi, il sole è tramontato da poco, forse qualche foto decente si poteva fare al gruppo di germani reali che si godevano l'ultimo sole nell'ultima acqua libera, penso che fra un paio di giorni il lago sarà gelato del tutto.

Ma i germani ci sono sempre, i cinghialetti invece...



 

Chiaverano




Foto capovolta?

Adesso si vede che non era capovolta?